Burundi, falliscono i negoziati: ora il rischio è la guerra civile

11 dicembre 2015 - Non accenna a migliorare la situazione in Burundi. In settimana, infatti, l’Unione Europea ha rifiutato il piano proposto dal governo di Bujumbura per normalizzare la situazione dei diritti dell'uomo nel paese.

Secondo quanto riferito dalla Commissione Europea, l’esecutivo guidato da Pierre Nkurunziza non ha dato i chiarimenti richiesti e non ha fornito le assicurazioni necessarie per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani nel Paese.

Contestualmente, il governo burundese ha rifiutato anche la mediazione dell’Unione africana per riportare la pace nel Paese. L’organismo continentale aveva inviato a Bujumbura il presidente del Benin, Thomas Yayi Boni, costretto ad annullare il viaggio a causa dell’indisponibilità a trattare di Nkurunziza.

Intanto, in Burundi continuano le violenze. Il 9 dicembre, 5 giovani sono morti in seguito a un blitz della Polizia a Bujumbura. Da questa mattina, 11 dicembre, la capitale del Burundi è in preda ai combattimenti. Secondo quanto riportato dalle agenzie, decine di persone sono rimaste uccise in seguito ad attacchi contro due basi militari situati a Nord e a Sud di Bujumbura, precisamente nei quartieri Musaga e Ngagara.

Secondo i dati delle Nazioni Unite, sono oltre 250 i morti dall’inizio degli scontri, con oltre 200mila persone costrette a lasciare la propria abitazione.

Il VIS ha sospeso le sue attività nel Paese e i suoi operatori sono in allerta per questioni di sicurezza. L’auspicio è che la situazione possa migliorare, senza degenerare in una guerra civile che potrebbe avere conseguenze devastanti per la popolazione civile.