Burundi: la candidatura di Pierre Nkukunziza al terzo mandato non è negoziabile. Aggiornamento dal Paese

28 maggio 2015 - Cerchiamo di ripercorrere con voi la situazione degli ultimi giorni in Burundi.  La settimana scorsa è stata una settimana pesante con delle manifestazioni e dei morti in alcuni quartieri di Bujumbura. La contestazione continua nei quartieri di Kinnama, Cibitoke, Mutakura, Bwiza, Jabe, Nyakabiga, Kinanira, Kinindo, Kanyosha, Musaga,Kibenga. Tra una settimana in questi quartieri dovrebbero esserci delle elezioni comunali e parlamentari ma in questo momento è difficile immaginare chi andrà à votare e come le urne potranno trovarsi nelle scuole e nei comuni senza trovarsi ad affrontare i manifestanti. Del resto anche all’interno del paese è difficile in questo momento poter prevedere l’adesione delle popolazioni mentre l’Unione Europea e l’Unione Africana non sembrano per il momento aver inviato degli osservatori.

Era comunque cominciato un dialogo tra opposizione e governo da qualche giorno ma due avvenimenti maggiori hanno bloccato le trattative.

Nella serata di venerdi 22 maggio degli sconosciuti hanno gettato delle granate nel vecchio mercato su delle donne che vendevano della frutta facendo otto morti e quaranta feriti.

Il giorno dopo, sabato, Zedi Ferudi, portavoce dell’opposizione è stato ucciso insieme alla guardia del corpo dinanzi alla sua casa verso le 20 da un commando. La Presidenza ha annunciato le aperture di inchieste per cercare e punire i colpevoli. Questi avvenimenti hanno indotto l’opposizone  e la società civile a sospendere ogni trattativa ed a tornare alle manifestazioni nei quartieri, chiedendo inoltre delle inchieste indipendenti sui fatti successi. In questo contesto si sono delineate alcune posizioni chiare riguardo alle prossime elezioni

1.    La posizione del governo e del partito al potere

Il Belgio, l’Olanda, la Svizzera dovevano finanziare le elezioni per l’80 per cento del costo. A metà maggio giudicando la situazione impossibile per fare delle elezioni libere e transparenti, questi paesi hanno sospeso il loro finanziamento chiedendo di posticipare le elezioni.

Il 25 maggio 2015, il presidente Nkurunziza ha firmato un decreto per un finanziamento delle elezioni di 44 milliardi di Franchi burundesi, la valuta locale,  qualcosa come circa 25 milioni di euro. Dove fisicamente saranno prelevati questi fondi non è stato chiarito nei dettagli ma si parla di tagli ai budget della presidenza, del Ministero dell’educazione, della sanità, dell’agricultura per 15 milliardi, un indebitamento interno di 28 milliardi. Si parla anche di una contribuzione chiesta ad ogni burundese sul proprio salario.

Nell serata il portavoce del governo ha attaccato i media internazionali e le delegazioni internazionali che si sono recate a Bujumbura per domandare che il presidente rinunci al terzo mandato. L’accusa è di sostenere la rivolta dei quartieri e di aver assunto una posizione,  senza ascoltare la parte governativa. Inoltre ha messo in guardia la comunità internazionale affermando che il terzo mandato non è negoziabile. Dunque il presidente Nkurunziza ed i suoi sostenitori sono decisi a fare le elezioni: Nkurunziza si presenterà come candidato alla presidenza.

2.    La comunità internazionale

L’Unione Europea sta evacuando, dopo gli Stati Uniti ed il Canada, il suo personale non indispensabile. La Francia, dopo il Belgio, ha sospeso la sua cooperazione militare con il Burundi. Domenica 31 maggio si terrà à Dar es Salaam una riunione dell’ East Africa Community (Rwanda, Burundi, Kenya, Uganda e Tanzania) dedicata alla situazione in Burundi. La regionalizzazione del conflitto è un’ipotesi da non trascurare nel caso in cui lo scontro politico attuale prendesse una colorazione etnica evidente.

Si moltiplicano inoltre gli appelli al dialogo delle chiese cattoliche e protestanti.

Ua, , ONU, EAC, COMESA, CIRGL hanno lanciato un appello al rispetto i diritti dell’uomo durante le manifestazioni, la Costituzione e gli Accordi di Arusha.

3.    Nei quartieri  e nel paese le manifestazioni

A Bujumbura la polizia e l’esercito continuano a tenere i manifestanti nei loro quartieri impedendo l’accesso al centro della città.  A Kinnama, per la prima volta, le milizie del partito, gli imbonerakure, hanno attaccato dei manifestanti con bastoni ed altro materiale, per disperderli. Delle manifestazioni si sono  tenute a Mugamba (Bururi) dove la polizia ha ucciso un manifestante, ferendonone altri due. Altre manifestazioni segnalate a Ijenda e Mukike ma nel complesso la zona rurale sembra più attentista nei riguardi della situazione.