Da un’intervista di Don Saro Vella sulla situazione in Madagascar rilasciata il 13/4/2007

Don Saro Vella, un salesiano impegnato in Madagascar nel villaggio di Bemaneviky ha rilasciato una intervista a MISNA, sulla situazione in Madagascar

Il villaggio di Bemaneviky, a una trentina di chilometri da Ambaja, nel nordest del Madagascar, sta lentamente cercando di riconquistare la normalità dopo il passaggio dei ciclone Indlala e Jaya, gli ultimi due dei cinque che in meno di tre mesi hanno colpito l’isola africana. La gente sta ricostruendo e riparando le capanne distrutte dalle tempeste; medicine e cibo sono stati distribuiti, ma servono aiuti per affrontare i prossimi mesi perché il raccolto del riso è andato completamente distrutto, racconta alla MISNA don Saro Vella della missione salesiana di Bemaneviky.

Quando l’acqua si è ritirata - continua il religioso - ha lasciato ovunque uno strato di fango spesso mezzo metro che ha soffocato le risaie e i campi. Non ci sarà il raccolto di maggio, e se non si vuole perdere anche quello di ottobre occorre bonificare le risaie, ripulire i campi e ricominciare al più presto con nuovi sementi. Intanto però la gente continuerà ad aver bisogno di cibo.

Don Saro racconta che nel suo villaggio gli abitanti sono riusciti a mettere in salvo buona parte delle scorte alimentari che dovevano durare fino alle nuove messi, ma non ovunque si è stati così fortunati e resta l’incognita del dopo.

Secondo stime ufficiali 35.000 ettari di risaie e 12.000 ettari di coltivazioni sono andate distrutte nelle province del nordest del paese colpite dai cicloni; la crisi ha coinvolto 128.000 persone di cui almeno 60.000 vive in condizioni di grave necessità in sei regioni. Negli ultimi anni più il Madagascar è passato da un’emergenza climatica all’altra con i cicloni e le alluvioni che dal 2004 spazzano il nord e la siccità che mette in ginocchio le popolazioni nel Sud.

Il clima è cambiato - dice don Saro che vive nell’isola africana da 25 anni - e le popolazioni povere sono molto più esposte alle catastrofi, anche perché il territorio è stato compromesso dal disboscamento per far posto alle coltivazioni.

Che la situazione in Madagascar vada vista nel complesso di un paese sotto bersaglio del maltempo è anche la convinzione della Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezza luna rossa che, dopo aver valutato l’accumularsi dei danni per i cinque cicloni abbattutisi in meno di tre mesi, ha chiesto 1,2 milioni di euro per portare aiuti, triplicando un suo precedente appello.

Da parte sua il governo malgascio ha detto di aver bisogno di 242 milioni di dollari per affrontare la crisi umanitaria e ricostruire le infrastrutture - strade, ponti, rete elettrica - distrutte dai cicloni.

Fonte: MISNA