Grazie al riso Nerica, nuove prospettive per ridurre fame e povertà nel continente africano

Grazie al Nerica acronimo di "nuovo riso per l'Africa" ridurre fame e povertà e risparmiare 79 milioni di euro l’anno in importazioni che soddisfano oltre il 45% del fabbisogno di riso del continente è un obiettivo possibile. È quanto ha detto il presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, in un messaggio letto dal segretario di governo Ufot Ekaette in apertura della sessione straordinaria del Consiglio dell’associazione di ricerca intergovernativa Warda nella capitale Abuja.

Ideato nel 1996 da Monty Jones, uno scienziato sierraleonese, il Nerica nasce dalla combinazione di due varietà di riso – quella asiatica più prolifica e quella africana più resistente a climi e suoli aridi – ottenuta grazie a biotecnologie naturali non transgeniche. Un riso nato in Africa che si è adattato perfettamente al clima della regione sub-sahariana dove l'irrigazione è particolarmente difficile.

I ricercatori ivoriani lo chiamano ‘riso prodigio’ perché non solo produce dal 25% al 50% in più rispetto al riso tradizionale ma resiste anche a siccità, malattie tropicali e parassiti, oltre ad essere particolarmente gradito ai consumatori per il suo gustoso sapore.

Considerato l’enorme potenziale del Nerica, il presidente nigeriano ha esortato i ricercatori a impegnarsi per incrementare la produzione di riso, contribuendo così a raggiungere il 1 degli 8 obiettivi del millennio (mdg), volto a dimezzare la fame e ridurre la povertà, salvaguardando al contempo le risorse naturali, compresa la biodiversità. Nel suo messaggio ha inoltre ricordato che “la produzione non soddisfa il consumo e i costi delle importazioni sono davvero molto alti” ma che il Nerica potrebbe essere una risposta a problemi economici, sociali e umanitari.

Fonte: Misna