Discorso Rettore Maggiore

Per una cultura della giustizia e della solidarietà
 
INSIEME E CONTROMANO:

25 anni di Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

Gentili e Spettabili Autorità
Sindaco, PIERO FASSINO
Presidente del Consiglio Comunale, GIOVANNI MARIA FERRARIS
Consiglieri del Consiglio Comunale
Raffaella Vitale, Direttore delle Politiche sociali della Regione Piemonte
Direttore Responsabile Segretariato Sociale RAI, CARLO ROMEO
Giovani delle Scuole di Mondialità del Piemonte e Valle d’Aosta,
Rev. DON STEFANO MARTOGLIO
Rev. Don Franco Fontana,
Membri del Board del Don Bosco Network e della Famiglia Salesiana, Figlie di Maria Ausiliatrice
Collaboratori e Amici tutti del VIS

E un grande piacere per me come Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco ritornare in questa bellissima sala dove la Città di Torino mi ha onorato della cittadinanza onoraria.

Torino, città di grandissimi santi sociali, rappresenta per noi Salesiani e Salesiane un luogo unico al mondo. Qui, a pochi isolati, a Valdocco, don Bosco ha iniziato la Sua opera con i ragazzi più poveri, con i ragazzi nel carcere de La Generala, con i ragazzi spinti dalla povertà a emigrare dalla campagna e da altre regioni per fare gli apprendisti, i muratori. A pochi isolati da qui don Bosco ha fondato il primo Oratorio e poi la scuola professionale, la tipografia. Da qui, 137 anni fa, è partita la prima spedizione missionaria della Congregazione salesiana che oggi è presente, al fianco dei giovani, in 133 Paesi del mondo. Torino è dunque per noi la casa madre e, ancora oggi, cuore pulsante dell’impegno della Famiglia Salesiana per e con i giovani.

E proprio qui a Torino, poco più di 25 anni fa, è stato fondato il VIS di cui oggi celebriamo la feconda e significativa attività di volontariato internazionale e cooperazione in 43 Paesi poveri. Con il VIS sono partiti in questi 25 anni 400 volontari internazionali di lungo periodo e ogni estate partono 300 ragazzi per un’esperienza estiva di formazione al volontariato internazionale, il che rappresenta un insieme di 10,000 ragazzi al servizio di una cultura della giustizia e della solidarietà. Il VIS è ormai una organizzazione non governativa ben conosciuta e significativa nel panorama non solo italiano della cooperazione allo sviluppo e, nel contesto del grande Movimento Salesiano, una realtà consolidata. Esso rappresenta una delle espressioni più significative della missione salesiana, offrendo il suo impegno istituzionale a favore della gioventù povera, abbandonata, emarginata, esclusa, privata dei propri diritti fondamentali, attraverso il volontariato internazionale.
Ed è proprio sul volontariato internazionale che vorrei soffermarmi in questa sede. Una scelta di impegno individuale e sociale che si apre al mondo interculturale di oggi in un dialogo profondo ed autentico, verso una cittadinanza mondiale attiva e responsabile, per un mondo più giusto, più equo, più salubre.
Una proposta educativa coraggiosa e unica che offre ai giovani italiani di oggi profondi orizzonti di senso e di impegno.

San Giovanni Bosco è il Santo educatore, chiamato comunemente Padre, Maestro e Amico della gioventù. Per la Famiglia Salesiana la sfida di oggi è incentrata soprattutto sulla prevenzione, sul rompere cioè il circolo vizioso che perpetua le continue violazioni dei diritti fondamentali e della dignità della persona, in particolare quella dei giovani.
Come Salesiani vogliamo offrire un contributo significativo nell'educazione dei giovani ad una partecipazione e un impegno, individuale e sociale, per lo sviluppo umano. Desideriamo stimolarli a farsi soggetti attivi di una cittadinanza mondiale responsabile, per promuovere una cultura diffusa dei diritti umani, capace di farsi patrimonio dell'umanità.
Troppo spesso l'educazione oggi è un'educazione di mercato, al servizio del mantenimento di uno status quo che, da una parte, continua a privatizzare la ricchezza sempre più in mani di pochi, a favore di poche persone, al servizio di lobbies precostituite, in pochi Paesi privilegiati e, d'altro canto, l'unica cosa che socializza è la povertà.
Uno dei drammi dell'umanità moderna è appunto la frattura tra educazione e società, il divario tra scuola e cittadinanza.
Promuoviamo dunque un'educazione umanizzante in cui il volontariato internazionale, qualunque scelta di vita lavorativa e professionale si faccia in seguito, abbia un valore inestimabile in termini di proposta educativa altero-culturale, per una cultura della giustizia e della solidarietà.

Che cosa significa oggi educare cittadini mondiali responsabili che abbiano a cuore le sorti della società e dell'umanità?

Nel 2015 celebreremo il Bicentenario della nascita di don Bosco e come Famiglia Salesiana ci stiamo preparando a questo importante appuntamento con un cammino preparatorio di 3 anni. L’approfondimento per il 2013 riguarda appunto la pedagogia di Don Bosco, il ritorno a Don Bosco educatore per approfondire la comprensione storica del Suo metodo educativo, la Sua pedagogia della bontà e il Suo Sistema Preventivo, come proposta educativa e spirituale che si fonda su ragione, religione ed amorevolezza, e ritrovarne la Sua cogente attualità nella formazione di “buoni cristiani e onesti cittadini”, espressione che, in un mondo sempre più multiculturale come il nostro, oggi si potrebbe tradurre come “formazione per gli altri”.

In un mondo profondamente cambiato rispetto a quello dell’ottocento, operare la carità secondo criteri angusti, locali, pragmatici, dimenticando le più ampie dimensioni del bene comune, a raggio nazionale e mondiale, sarebbe una grave lacuna di ordine sociologico ed anche teologico. Concepire la carità solo come elemosina, aiuto d'emergenza, significherebbe rischiare di muoversi nell'ambito di un “falso samaritanesimo”.

Ci si impone pertanto una riflessione profonda, innanzitutto a livello speculativo. Essa deve estendere la sua considerazione a tutti i contenuti relativi al tema della promozione umana, giovanile, popolare, avendo, al contempo, attenzione alle diverse qualificate considerazioni filosofico-antropologiche, teologiche, scientifiche, storiche, metodologiche pertinenti. Questa riflessione, si  deve poi concretizzare sul piano della esperienza e della riflessione operativa dei singoli e delle comunità.
    Dovremo procedere nella direzione di una riconferma aggiornata della "scelta socio-politica-educativa" di Don Bosco. Questo non significa promuovere un attivismo ideologico, legato a particolari scelte politiche di partito, ma formare ad una sensibilità sociale e politica, che porta comunque ad investire la propria vita per il bene della comunità sociale, impegnando la vita come missione, con un riferimento costante agli inalienabili valori umani e cristiani. Detto in altri termini, la riconsiderazione della qualità sociale dell'educazione dovrebbe incentivare la creazione di esplicite esperienze di impegno sociale nel senso più ampio e in un mondo sempre più interrelato, la scelta del volontariato internazionale ne rappresenta senza dubbio una estremamente significativa.

A fronte dell’attuale superamento della tradizionale pedagogia dell’obbedienza, adeguata ad un certo tipo di ecclesiologia, la proposta del volontariato internazionale contribuisce a promuovere 12 per lo sviluppo umano.

La paura del futuro in questo tempo di crisi è concreta, a tratti palpabile, soprattutto negli sguardi dei più poveri. Siamo di fronte ad un nuovo contesto di interdipendenza globale in cui non valgono più le vetuste polarizzazioni tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo e in cui tutti i Paesi, senza distinzioni, devono affrontare, in modo nuovo, nuove e vecchie sfide in grado di avere ripercussioni e impatto profondo ben al di fuori dei confini nazionali.
La scelta del volontariato internazionale, del condividere, del com-partir come condivisione di 2 o 3 anni della propria vita con una comunità povera, fa toccare con mano le massicce violazioni della dignità e delle libertà della persona umana che rimbombano oggi, ogni giorno, ai quattro angoli della terra e chiama ad ascoltare il grido dei 67 milioni di bambini che non sono mai andati alla scuola primaria, dei 215 milioni di bambini sfruttati nel lavoro minorile, dei 115 milioni di bambini impiegati nelle forme peggiori e più pericolose di lavoro minorile, dei 7,6 milioni di bambini che ogni anno muoiono prima di compiere i 5 anni per malattie prevenibili.

Fin dall'origine il VIS non ha mai avuto una visione meramente assistenzialista, protesa solo a "dare", "inviare", "costruire". Il volontariato internazionale rappresenta nella cooperazione allo sviluppo un ponte umano per il dialogo interculturale e interreligioso.
Il Sistema educativo di Don Bosco ha una grande proiezione sociale: vuole collaborare con molte altre agenzie alla trasformazione della società, lavorando per il cambio di criteri e visioni di vita, per la promozione della cultura dell'altro, di uno stile di vita sobrio, di un atteggiamento costante di condivisione gratuita e di impegno per la giustizia e la dignità di ogni persona umana.

A questo fine, un'organizzazione deve riuscire ad affiancare ai progetti e agli interventi di sviluppo nei Paesi poveri, strategie capaci di incidere sulle politiche pubbliche e promuovere sensibilizzazione, informazione e formazione.

Le 25 testimonianze raccolte nel bellissimo volume pubblicato con RAI ERI e il Segretariato Sociale RAI, testimoniano con autenticità l'importanza, l'essenza del volontariato internazionale.
Non un mero elenco di esperienze, ma un ventaglio di cui ogni stelo è un racconto di vita firmato, che si apre sul mondo verso una cittadinanza mondiale, attiva e responsabile, per un mondo più giusto, più equo, più salubre e testimonia un mondo possibile in cui ciascuno, come singola persona, gruppo e associazione, si impegna quotidianamente senza eroismi per fare la differenza in un'ottica che lungi dall'essere meramente assistenzialista diventa di sviluppo umano delle persone, con le persone e attraverso le persone. Con questi auspici desidero esprimere al VIS il mio ringraziamento e il migliore augurio per il futuro!


Sala Rossa di Palazzo Civico, Torino
28 SETTEMBRE 2012

Don Pascual Chávez V., SDB

Rettor Maggiore