Gaza: regge la tregua. Riesce la mediazione egiziana

27 agosto 2014 - Per la diplomazia dell’Egitto di al Sisi è un successo, intermedio – il risultato massimo sarebbe un’intesa politica – ma inequivocabile: dopo 50 giorni di combattimenti la tregua tra Israele e Gaza regge. Entro un mese, ha spiegato Il Cairo, le parti si rivedranno per proseguire la trattativa con l’obiettivo di raggiungere un accordo più ampio e stabile.

Conferma di Tsahal: da ieri sera né razzi né raid 
Dopo oltre 2100 morti palestinesi e 70 (65 militari) israeliani l’accordo annunciato per ora assicura un parziale sollievo ad entrambe le parti. "Non c'é stato alcun lancio di razzi verso il territorio israeliano e alcun raid aereo israeliano nella Striscia” ha confermato Tsahal, l’esercito israeliano, e il Qatar - il grande alleato di Hamas dove risiede Khaled Meshaal, il suo capo in esilio - si è congratulato e si è detto pronto a contribuire alla ricostruzione dell’enclave palestinese stremata e distrutta. Oltre 5000 gli obiettivi centrati dall’aviazione dello Stato Ebraico, quasi 4600 i razzi e i colpi di mortaio partiti dalla Striscia.

Hamas: "Vittoria" 
All’annuncio di Hamas hanno subito fatto seguito i festeggiamenti in strada e le parole della dirigenza del movimento nato con la Prima Intifada come costola di Gaza dei Fratelli Musulmani, Sami Abu Zuhri: La nostra resistenza armata - ha detto il portavoce della fazione - ha ottenuto ciò che le armate arabe non hanno raggiunto, questo debole assediato popolo ha sconfitto il più grande esercito del Medio Oriente".

Israele: no alla tregua delle città vicine alla Striscia
Da Israele nessun commento ufficiale al cessate il fuoco che sembra aver posto fine alla più lunga operazione nella Striscia, Protective Edge, iniziata lo scorso 8 luglio. Le cittadine vicino alla Striscia, le più colpite dai razzi, sono invece contrarie all’intesa - che la considerano una concessione ad Hamas - e, anzi, hanno minacciato di non fare ritorno nelle loro case, abbandonate nei quasi due mesi di guerra. Una grana politica tutta interna che il premier Benyamin Netanyahu dovrà gestire nella fase due dei negoziati.
 
Omogenea e sollevata la reazione della comunità internazionale. Sostegno totale dagli Stati Uniti e invito a proseguire sulla via della stabilità da parte della Farnesina.

 

fonte: RAINEWS24