Haiti secondo il punti di vista di un chiodo. Ecco le prime foto del nostro Centro Polivalente a Port-au-Prince

27 maggio 2015 - Quando il volontario, l'operatore per lo sviluppo è un ingegnere allora hai la fortuna di poter leggere una testimonianza come questa. Armando, fino a pochi mesi fa era ad Haiti, ora è in Etiopia e prima di salutare Port-au- Prince gli abbiamo chiesto di raccontarci come stavano proseguendo i lavori del cantiere del centro polivalente San Francesco di Sales, in uno dei quartieri più poveri e difficili della città. Nelle prossime settimane ci sarà l'inaugurazione, ma noi vi anticipiamo una veduta speciale, quella di un Armando e del primo chiodo. Buona Lettura

Era il 21 Luglio 2012 quando venne piantato un chiodo; un’operazione che tutti noi abbiamo fatto e facciamo continuamente, chi per appendere un quadro, chi per rinforzare una sedia e chi…per iniziare un cantiere.

Era il 13 Dicembre 2014 quando il chiodo guardò il cantiere evolversi. Aveva visto crescere un edificio, partendo dalle fondazioni, ha visto passare due cicloni, con l’acqua che riempiva gli scavi. Aveva visto bambini giocare sui mucchi di sabbia necessari per il calcestruzzo, aveva visto le difficoltà di tutti i protagonisti per combattere le bande locali che vedevano nel cantiere una sola cosa: soldi facili e subito e per ottenerli, non lesinavano, minacce, armi alla mano. Aveva visto furti, rabbia ed a volte impotenza da parte degli attori principali; che nonostante tutto, continuavano a crederci.

Il chiodo era sempre là, protagonista silenzioso di un progetto che cresceva e si sviluppava; dopo circa un anno vedeva, con rinnovata speranza ultimare il piano terra: una grande sala polivalente da circa 500 mq, con annessi, servizi, sale per le riunioni dei ragazzi, una cucina ed un palco, per un totale di circa 850 mq.

Il chiodo osservava e rifletteva, si guardava intorno e vedeva un quartiere tra i più poveri e degradati di Port-au-Prince, Cité Soleil, dove la gestione è affidata alle gang e dove la polizia può poco o niente.

Scrutava gli occhi seri e duri dei suoi abitanti, dei ragazzi seduti a far niente in attesa che venga la sera e si presenti l’occasione di rubare qualche cosa e racimolare così soldi facili e veloci;

Osserva le donne del quartiere, con la schiena provata dalla fatica e dalle braccia forti e muscolose necessarie a sollevare le bacinelle colme di qualsiasi mercanzia da vendere; da loro dipende quasi sempre il sostentamento della famiglia in questo quartiere.

Il chiodo continua il suo osservare ed il tempo trascorre; nel frattempo è passato un altro anno ed ha visto completato anche il secondo piano per un’estensione ancora di 850 mq; quest’ultimi, sommati a quelli del piano terra, fanno circa 1700 mq; una delle strutture più grandi della cité; al primo piano sono state realizzate: una sala informatica, una sala per la musica, una biblioteca, e varie sale per le riunioni dei giovani per attività teatrali, ludiche e di oratorio.

Dopo due anni e mezzo, è tutto pronto, il chiodo è ancora lì ad osservare. I problemi sono stati enormi, Cicloni, gang, furti, a volte lo sconforto e la rabbia arrivavano impetuosi come le piogge dei cicloni qui ai caraibi; poi però arrivavano loro, con le loro grida spensierate e due stelle piantate proprio sopra il naso: bimbi della cité. E tutto passa, la rabbia per i problemi trascorsi scema.

Ed il chiodo ricorda che il centro polivalente di S. François de Sales, con i suoi 1700 mq è tutto per voi, sperando che esso possa essere parte del preludio di un cambiamento. Il cantiere è finito, gli ultimi ritocchi di pittura ai muri, l’ultima vite da serrare di una presa elettrica e…l’ultimo chiodo da levare, protagonista silenzioso del principio di un cambiamento.

Armando Bufardeci

Operatore per lo Sviluppo del VIS