La Febbre Gialla sta dilagando, come stanno reagendo le istituzioni in Angola?

14 aprile 2016 - Ieri il nostro operatore Ivan Sella ci ha raccontato l'epidemia di Febbre Gialla in Angola. Oggi gli chiediamo quali sono state, finora, le risposte del Governo.

Purtroppo, ancora una volta, sembra che la macchina del Governo si sia messa in moto per arginare la situazione con lentezza e affanno. In febbraio è stato elaborato un piano di risposta all’epidemia in collaborazione con alcune agenzie dell’ONU, come il UNDP e WHO. Dato che un vaccino contro la febbre gialla esiste ed è efficace nel 95% dei casi, l’impegno principale è stato diretto a vaccinare la popolazione di Luanda. Ma la vaccinazione massiva di sei milioni di persone (tanti sono gli abitanti di Luanda) nel più breve tempo possibile abbia rappresentato per un paese come l’Angola uno sforzo logistico e organizzativo di proporzioni enormi.

Le difficoltà dipendono dall’insufficienza delle risorse umane e dalla loro scarsa preparazione, dalla difficoltà di reperire il vaccino e dall’assenza di tutto il materiale necessario per le operazioni: guanti, garze, siringhe, frigoriferi e tavoli per le squadre di infermieri. In poco tempo si sono formate file enormi di persone lunghe addirittura due o tre kilometri.

Un elemento critico di fondamentale importanza è dato dalla difficoltà logistica di mantenere la catena del freddo del vaccino. Infatti se il liquido viene esposto a temperature superiori ai 0º - 5ºC perde efficacia. Questo spiegherebbe perché nonostante in questi due mesi l’80% della popolazione di Luanda sia stata vaccinata continuano ad esserci contagi.

L’urgenza della situazione ha giustificato la visita di Margaret Chan, Direttrice Generale della WHO la settimana scorsa. La stessa ha spiegato che il Governo angolano ha già comprato 7,3 milioni di dosi di vaccino, ma ne servono altre 19,3 milione per vaccinare l’intera popolazione, vista la diffusione in altre province.

E all’estero? Già si parla di casi di contagio in Kenia, nella Repubblica Democratica del Congo e addirittura in Cina data la massiccia presenza di lavoratori cinesi della construzione nel paese.

Bisogna agire in fretta, bisogna arrestare il cronometro della bomba.

Ivan Sella

Operatore del VIS in Angola