Migrazione in Africa: la regola della domanda e dell'offerta

26 luglio 2016 - Gianpaolo, operatore VIS in Ghana, racconta la dura e crudele legge della migrazione in Africa Occidentale, dove il riscaldamento globale e il traffico di organi, di cui sono vittima in particolare i bambini, non lasciano altra scelta se non quella di fuggire.

"La migrazione è un fenomeno molto complesso, ma a volte ha delle regole quasi matematiche.

Certo, ci sono coloro che sono affetti dalla Sindrome di Ulisse: quelle persone che per necessità viaggiano sempre, vogliono scoprire nuove culture e luoghi e che, come Ulisse, dopo un po’ non si trovano a loro agio nemmeno a casa propria. Così decidono di varcare le colonne d’Ercole, i limiti del mondo, peccando anche di tracotanza (infatti Dante Alighieri pone l’eroe greco nell’inferno per aver oltrepassato i limiti umani imposti da Dio).

Ad eccezioni di questi Ulisse, potremmo però dire che, in generale, l’emigrazione sottostà alla legge economica della domanda e dell’offerta. Gran parte della migrazione che avviene in Africa Occidentale è dovuta principalmente all’offerta di terre da coltivare che si affievolisce sempre di più, soprattutto nel Sahel, la fascia pre-desertica che congiunge il deserto del Sahara con le foreste tropicali. A causa del riscaldamento globale il Sahel si sta assottigliando sempre di più e le popolazioni che vi vivono sono costrette a cercare altre terre coltivabili a Sud o a emigrare nelle grandi capitali del Golfo di Guinea: Accra, Abidjan, Lagos... E poi, l'ultima spiaggia: tentare di raggiungere l’Italia attraversando il Sahara. L’offerta di terre da coltivare si affievolisce proprio a causa di chi aumenta la temperatura del pianeta, cioè l’Occidente ed i BRICS. Una semplice reazione, causa/effetto.

Un’altra domanda che produce questo tipo di emigrazione, pericolosa e che mette a rischio la vita del migrante, ancora più atroce e orribile, è il commercio di organi umani. In Ghana, dove il VIS ed i Salesiani di Don Bosco lavorano, c’è un centro recupero bambini, il CPC – Children Protection Center, ubicato ad Ashaiman, cittadina alle porte della Capitale. Era la domenica delle Palme, salesiani e volontari passavano la domenica assieme ai bambini ed ai ragazzi del centro.

Subito mi incuriosii lo sguardo di una piccola bambina, avrà avuto 6 anni, uno di quegli sguardi profondi figli dell’Africa. Lei teneva in mano un ramo di palma, ci giocava spensieratamente, come fanno tutti i bambini, ricamava in aria zefiri di vento, che portano i loro sogni, le loro speranze. Il suo vestito era ben stirato, colorato, messo apposta per il giorno di festa; sembrava un piccolo angelo dalle minute e composte movenze. I suoi sorrisi, il suo sguardo infondevano pace. Molto educata, non si scomponeva mai e non eccedeva in esternazioni giocose, sembrava godersi una giornata di festa, come fanno tanti bambini della sua età.

Era la prima volta che la vedevo, quindi chiesi alla volontaria del centro chi fosse e quando fosse arrivata. Lei mi risponde raccontandomi, una di quelle storie buie, che non vorresti mai ascoltare, che stenti a credere siano vere. La piccola bambina era stata fermata dalla polizia ghanese un attimo prima che prendesse un aereo per lasciare il Ghana: era stata coinvolta in un traffico di bambini per la donazione degli organi. In seguito la polizia non la riportò alla sua famiglia, ma l’affidò al centro Don Bosco: sembra che anche la famiglia fosse coinvolta nel traffico.

Per quanto atroce, anche qui si tratta di una questione di domanda e offerta: c’è una domanda illegale di organi e l’Africa è il maggior bacino per sopperire a questa domanda. Ci sono persone che non si preoccupano di domandare un organo per i propri figli, purtroppo malati, anche se ciò implica la morte di un altro bambino, e di questa gente ce n’è più di quanto potreste immaginare.

La migrazione è sempre una storia che si intreccia con il dolore, la morte; nessuno lascia la propria casa e la propria terra a cuor leggero, è una scelta tormentata, una scelta che può mettere a rischio anche la propria vita. Per non parlare poi del traffico dei bambini, dove non si può parlare neppure di scelta. Fortunatamente la piccola bambina ora si trova in un luogo sicuro, ed i volontari del CPC potranno accompagnarla e proteggerla durante questo tempo in cui vivrà nel centro, iniziando un percorso scolastico.

La migrazione è una legge matematica, nuda, cruda, dolorosa, e non appartiene al genere umano in se, ma è una scelta imposta da altre cause, soprattutto in Africa Occidentale."

 

Gianpaolo Gullotta

VIS Regional Project Manager - West Africa and Carribean