NEPAL: oltre un milione di bambini non torneranno a scuola. Emergenza educativa dopo il terremoto.

19 maggio 2015 - Dopo il devastante terremoto che ha colpito il Nepal il mese scorso, circa un milione di bambini non saranno in grado di tornare a scuola e ciò evidenzia, secondo il portavoce delle Nazioni Unite Farhan Haq, la necessità che nell’emergenza venga affrontato anche il problema dell’educazione.

“L’appello per l’istruzione ha ricevuto solo l’1,3% dei finanziamenti necessari per far ripartire il sistema educativo mettendo i bambini a rischio di tratta, lavoro forzato e di abuso” ha detto Haq, sottolineando che lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite per l’educazione globale, Gordon Brown, ha dichiarato che i tragici eventi del Nepal dimostrano l’urgente necessità di affrontare i problemi dell’educazione nelle situazioni di emergenza e anche la necessità di un fondo umanitario globale per finanziare azioni relative ad un aiuto immediato.

Secondo un rapporto del ministero dell’istruzione del Nepal, 12.550 classi e 1.016 sistemi di approvvigionamento idrico per le scuole sono stati completamente distrutti. Inoltre 4.070 aule mostrano gravi crepe e altre 6.889 aule hanno subito danni minori. Il governo del Nepal ha rinviato la data di riapertura delle sue scuole al 29 maggio, 15 giorni più tardi rispetto alla data precedente, ma è improbabile che le scuole possano riaprire a causa delle strutture distrutte e inagibili e della mancanza di spazi per nuove strutture temporanee.

All’inizio di questo mese, Tomoo Hozumi, rappresentante Unicef per il Nepal, ha detto che le scuole dovrebbero essere riaperte in tempi brevi per ridurre al minimo i disagi per l’istruzione e il rischio di violenza e di tratta.

Intanto il Nunzio Apostolico in India e Nepal, mons. Salvatore Pennacchio, si è messo in contatto nei giorni successivi alle forti scosse con i Salesiani locali per avere informazioni sul loro lavoro e le loro necessità. Ha reso noto che in molti in questi giorni gli hanno promesso donazioni, ma che finora non ha ricevuto nulla; ha lodato la scelta salesiana di acquistare i generi di soccorso a Siliguri, in India, per spedirli poi in Nepal, dato che attualmente è difficile inviare denaro direttamente in Nepal; e si è informato se esiste una collaborazione con le strutture della Caritas – collaborazione per ora molto limitata, data che l’équipe di soccorso salesiana sta operando principalmente in 11 villaggi di 5 distretti più prossimi alle presenze della Famiglia Salesiana. Infine ha espresso la sua volontà di incontrare i responsabili del “DBRT” attivo in Nepal e che intende sostenere l’impegno salesiano per le vittime del terremoto.

Sulla realtà attuale della popolazione in Nepal, il Don Bosco IMAGE di Kochi, in India, ha realizzato una serie di brevi video-testimonianze.

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fonte: MISNA, ANS