Sensibilizzazione e sviluppo, Stop Tratta in Ghana raccontato da Presa Diretta

21 febbraio 2017 – Ieri Presa Diretta ha trasmesso il servizio che ha girato in Ghana per raccontare il fenomeno migratorio e le azioni messe in campo da Stop Tratta per contrastare la migrazione irregolare.

La sensibilizzazione è uno degli elementi chiave della campagna. Diverse le iniziative per informare e sensibilizzare sui pericoli del viaggio. Tra questi la radio è sicuramente uno strumento fondamentale in quanto principale organo di informazione di massa in grado di raggiungere anche i villaggi più lontani.

 

A Radio Chris, per un’ora nel programma più ascoltato della mattina, si parla di Stop Tratta. Ci sono i responsabili del progetto, la queen mother e il direttore della banca rurale che erogherà il microcredito ai giovani agricoltori.

Noi concediamo dei piccoli prestiti agevolati a giovani intraprendenti che sono desiderosi di aprire una piccola attività agricola e rendersi economicamente autosufficienti. Questo è un modo perridurre il flusso migratorio dei nostri giovani che vanno via alla ricerca di soldi, soldi che invece possono fare anche qui, in Ghana.

Viene intervistato anche un migrante di ritorno, perché proprio chi ha vissuto l’esperienza del viaggio è al centro dei nostri dibattiti:

“A partire illegalmente si rischia di perdere tutto: lavoro, soldi e vita. Sono partito perché non riuscivo a mantenere la mia famiglia. Ho speso tutti i miei risparmi, 5.000 Euro. Li ho persi tutti.

Hanno cominciato a spillarci soldi da subito, già nel deserto. Se non pagavi ti picchiavano. Ad ogni check point ti chiedono altri soldi. Mi hanno torturato colpendomi con tubi di gomma dappertutto per avere altri soldi. Un mio fratello mi ha mandato dei soldi; è per questo che sono ancora vivo.

Ma tutto il deserto è pieno di cadaveri, morti di fame e di sete, abbandonati perché avevano finito i soldi. Il deserto è la loro tomba”.

 

Le rotte che da sud a nord attraversano il continente africano e portano in Libia o in Egitto, iniziano anche dal Ghana da cui si raggiunge facilmente Agadez e da qui si parte alla volta del deserto.

Spiega Nico Lotta: “Accra è uno dei centri di raccolta dei migranti che si apprestano a fare il loro viaggio verso l’Europa; un viaggio che può durare vari mesi, quando riesce a concludersi, e che è costellato di sofferenze in tutte le varie fasi”.

Non c’è altra strada per far diminuire il flusso migratorio se non la prevenzione.

“Il nostro primo obiettivo è dire la verità: raccontare realmente a chi si affida nelle mani dei trafficanti cosa succede; i trafficanti sono molto bravi a vendere un prodotto mettendo però un tempo, un modo e un costo che non corrisponde alla verità. In Ghana 8 giovani su 10 non sono coscienti del fatto che la morte sia un pericolo reale.

Il nostro obiettivo è passare dalla logica dell’emergenza che è la logica tipica con cui Italia ed Europa stanno affrontando il problema, ad una logica di sviluppo prendendo atto che questo fenomeno è un fenomeno strutturato e non è più una emergenza. Bisogna agire con progetti ad ampio respiro e a lunga scadenza”.