Sostegno allo sviluppo locale a Tambacounda, Senegal, con Stop Tratta

29 dicembre 2016 - Partito il progetto Azione di contrasto alla migrazione irregolare attraverso il sostegno allo sviluppo locale nella regione di Tambacounda, in Senegal. Questo progetto, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, ha come obiettivo finale la creazione di un’alternativa alla fuga dei giovani dal proprio Paese e contrastare la migrazione irregolare; obiettivo strumentale è offrire formazione, avviamento professionale, opportunità di lavoro.

Il 16 dicembre si è tenuto il primo workshop preparatorio fra i partner dell’iniziativa. La strategia di supporto alle attività dei partner locali, il Centro Don Bosco di Tambacounda e l’associazione EXPERNA di Goudiry, è parte integrante del programma Stop Tratta del VIS, lanciato nel 2015.

tambacounda stop tratta

Durante l’incontro il lavoro è stato focalizzato sulle tre componenti del progetto e sulla necessità di pianificare e coordinare le diverse attività:

  1. formazione professionale ed inserimento professionale,
  2. supporto alla creazione d’impresa agro-silvo-pastorale,
  3. informazione e sensibilizzazione per contrastare il fenomeno dell’emigrazione irregolare.

Tambacounda è una regione remota ed isolata del Senegal orientale. Terra famosa e temuta dagli stessi senegalesi per le temperature insopportabili che sfiorano i 50° e tristemente nota per le scarse opportunità che offre e per essere uno dei punti da cui si parte alla volta di una vita migliore, prima attraversando il deserto e poi il Mar Mediterraneo.

“In tanti ne hanno parlato e ne parlano dalla nostra parte del mare nostrum ma tanti, da questa parte, hanno conosciuto per davvero l’emigrazione irregolare e le sofferenze che questa infligge a molti popoli Africani” racconta Federico Mazzarella, coordinatore delle attività VIS a Tambacounda.

villaggio koar senegal stop tratta

Pochi giorni dopo questo primo incontro, a ridosso di Natale, ci si è spostati in un villaggio di sabbia: Koar. Qui, dove la terra è arida e secca, abbiamo incontrato alcuni produttori locali principalmente impegnati nella lavorazione del baobab selvatico. Ognuno di loro ha tentato in precedenza la traversata o ha un familiare che lo ha fatto.

“C’è una vittima in ogni casa” 

ci raccontano con il dolore negli occhi.

Con loro, per loro, cercheremo di costruire un’alternativa possibile.