Storie di donne dal Congo: Esther e il diritto di sognare

8 marzo 2019 - Nonostante la tragedia delle guerre nell’est della Repubblica Democratica del Congo esiste una capacità di resilienza di tante ragazze e donne, un seme di speranza. Il VIS, insieme a Opere di Don Bosco, lavora con e per ragazze che dai margini della società possono evolvere diventando protagoniste del loro destino e partecipando allo sviluppo del Paese.

 

Esther Bwira, di cui riportiamo la testimonianza in questa Giornata Internazionale della Donna, è una di queste. Nata a Kichanga, nel territorio di Masisi, tormentato dai conflitti armati, ha solo 16 anni ed è madre di Jospin, 9 mesi: "Fu dopo la ricreazione che sentimmo proiettili da tutte le parti, tutti correvamo in tutte le direzioni per tornare a casa. Il nostro intero villaggio è stato bruciato e diverse persone sono state uccise. Siamo fuggiti per stabilirci in un campo di sfollati vicino alla base Monusco. E da quel giorno, non sono tornata più a scuola, ero al quinto anno di scuola elementare" spiega  Esther. Il suo territorio è una roccaforte dei gruppi armati, che combattono tra di loro o contro i soldati del governo congolese per il controllo dei villaggi e delle miniere di coltan e oro del luogo.

 

"La formazione nell'arte culinaria che sto facendo qui alla Don Bosco House of Works è molto utile per me - continua Esther - ora sono in grado di produrre diversi succhi di frutta naturali, vino di avocado e liquore al mango. Imparo anche a preparare pane, ciambelle e altre ricette. Dopo questa formazione tornerò a casa e comincerò a praticare ciò che ho imparato e guadagnare qualcosa per prendermi cura di me stessa e di mio figlio. So che non è facile, ma non mi lascio scoraggiare, non voglio mollare. Nonostante l’insicurezza, voglio tornare dove vive la mia famiglia".

 

Esther è una delle migliaia di ragazze e donne che combattono giorno e notte per riconquistare il loro diritto di sognare, di vivere un futuro più giusto e più degno. Attualmente è accolta con il suo bimbo in Casa Margherita, a Goma. Qui condivide la quotidianità con altre giovani donne fuggite da storie terribili come la sua e guarda avanti frequentando un corso di arte culinaria. Ma non dimentica la guerra che è diventata l’unico mondo che molti conoscono, che uccide persone e sogni. Lei, da cristiana, prega affinché tutto questo finisca.

 

Photo: @Kamuntu - "Esther BWIRA, et son fils Jospin"