Veronica e il SCN in Madagascar: sentirsi parte della squadra è gratificante

2 marzo 2017 - Veronica è una volontaria in Servizio Civile Nazionale in Madgascar. A fine anno scorso è tornata a Roma per la valutazione dei primi tre mesi di progetto e la pianificazione dei successivi nove. Ci racconta, con una pagina di diario, il bilancio di questi primi mesi.

Dopo i primi tre mesi il progetto prevede un rientro in sede, e vista l’intensità dell’esperienza, a dicembre sono tornata a Roma volentieri, per la valutazione dei primi mesi e la programmazione dei successivi nove; un’occasione importante per fermarsi e riflettere sui passi fatti e su come si vuole proseguire.

Le giornate sono state arricchite dallo scambio con il personale VIS e le altre ragazze in servizio civile:

la lontananza non ci aveva impedito di raccontarci frammenti della nostra vita in giro per il mondo ma il ritrovarsi insieme è stato ovviamente tutt’altra cosa, una botta di vita!

Le vacanze di Natale mi hanno anche permesso di prendermi una pausa e vedere il paese sotto altre spoglie, quelle della turista! E il viaggio è cominciato, direzione nord. Mi sono fermata ad Antsohihy, poi ho continuato per Ambanja e finalmente sono arrivata a Nosy Be, poi Nosy Komba e infine Nosy Tanikely. Isole che danno il benvenuto colmandoti di meraviglia per la ricchezza della natura che qui è regina. Snorkelling sulla barriera corallina, gite in barca, nuovi piatti e sapori, incontri ravvicinati con tartarughe marine, delfini e lemuri, questi solo alcuni dei regali con cui è cominciato questo 2017, non male no?

Ma tutte le cose belle finiscono, dicono… e quindi sono tornata al lavoro, ma con un’energia tutta nuova!

La pausa è stata preziosa per vedere da un diverso punto di vista quanto fatto, per prendere coscienza degli aspetti da migliorare e delle opportunità ancora da cogliere. Ho ripreso servizio con uno slancio nuovo, consapevole di ciò che mi aspettava ma pronta a rimettermi in gioco ancora e ancora.

Al lavoro, l’aver osservato e ascoltato i colleghi ha cominciato a ripagare con i primi risultati, c’è più fiducia e sentirsi parte della squadra è gratificante. Le cose da imparare sono molte ma è bello vedere come la differenza di età, di cultura, di esperienze venga sempre vista come ricchezza e mai come minaccia.

Anche nel centro salesiano in cui vivo, la tenacia ha dato i suoi frutti e ora non sono più una semplice vazaha, ma Veronica. Per i malgasci il mio nome non è particolarmente semplice da ricordare e da pronunciare, le O qui non esistono, ed ha quindi un valore particolare sentirmi ora chiamare da ragazzi, animatori e dalle bambine cui insegno italiano.

Adesso non sono più solo a Tana, inizio a sentire l’aria di casa, a percepire di essere nel posto giusto, al momento giusto.

Dal mio arrivo ho camminato molto ma tanto resta ancora da fare. Questa è un’esperienza che mette davanti a se stessi in un modo che è difficile riprodurre in altri contesti, ogni cosa ha il sapore della conquista e chi non è paziente impara l’arte di esserlo. Le sfide che ci si trova ad affrontare sorprendono ma ciò che stupisce è la forza che si scopre di avere e non c’è soddisfazione più grande.

Leggi anche il primo capitolo del diario di Veronica in Madagascar "Servizio civile internazionale per imparare in Madagascar il principio della Fihavanana"