NOTA DEL VIS SU "IL MADOFF DELLE ONLUS E L'INDUSTRIA DELLA CARITA'"

19 gennaio 2013 - In merito al libro "L'Industria della Carità" di Valentina Furlanetto (edizioni Chiarelettere) i commenti e le puntualizzazioni del VIS su alcuni passaggi contenuti nel libro in merito alla truffa della quale l'organismo è stato vittima. 

 
NOTA PER LA STAMPA
 
Il madoff delle onlus e l’industria della carita’
 
Roma, 19  gennaio 2013 – In merito al libro “L’industria della Carità” di Valentina Furlanetto (edizioni Chiarelettere), in questi giorni nelle librerie italiane, in particolare a pagina 42 e da pagina 72 a pagina 80, il VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo intende specificare quanto segue riguardo la truffa della quale è stato vittima e, nel rispetto dei bambini e ragazzi per e con  i quali lavoriamo tutti i giorni nel mondo, dei nostri volontari e dei nostri donatori puntualizzare e chiarire alcuni passaggi contenuti nel testo.
 
Sappiamo che la vicenda possa attirare l’attenzione dei mezzi di informazione e non ci stupisce che in un testo come quello in oggetto  si sia affrontato l’argomento. Ci stupisce invece il fatto di non essere mai stati contattati dall’autrice. Ci avrebbe fatto piacere incontrare la dott.ssa Furlanetto e rispondere a tutte le domande in modo da contribuire al suo lavoro giornalistico che, invece, a nostro parere così rischia di raccontare solo parzialmente e superficialmente una storia articolata.
 
Siamo rimasti perciò colpiti dal fatto che l’autrice abbia deciso di non interpellare il VIS  vittima di questa grave truffa e di usare informazioni di seconda mano: tre articoli pubblicati da due testate diverse tra l’ottobre e il dicembre 2011 e alcuni contenuti di un blog.  
 
In merito alle testimonianze scelte dall’autrice sul lavoro dei cooperanti in loco, intendiamo  affermare che quanto descritto nel libro non rappresenta i caratteri e la prassi del lavoro condotto dagli operatori del VIS impegnati nel mondo e non è rispettoso della scelta di vita e del lavoro di centinaia di volontari internazionali. Invitiamo l’autrice a constatare e approfondire di persona, magari direttamente in loco, l’impegno dei tanti volontari e cooperanti internazionali, e per questo lasciamo altresì la parola ai nostri operatori e vi invitiamo a leggere le loro testimonianze http://www.volint.it/vis_files/archivionews)
 
Precisiamo inoltre che dal 2000 i nostri bilanci  sono certificati da società di revisione internazionali  oltre che pubblici, disponibili sul sito e pubblicati annualmente su quotidiani a tiratura nazionale (per leggere i bilanci www.volint.it ).
 
In merito alla vicenda “Il Madoff delle Onlus” descritta nel libro il VIS intende puntualizzare quanto segue:

  •  Sulla truffa. Nell’estate 2011 il VIS ha scoperto di essere rimasto vittima di una grave e sofisticata truffa finanziaria, realizzata attraverso atti contraffatti, raggiri, documenti falsi. Tra la fine del 2009 e il febbraio 2011 il VIS, infatti, ha acquistato obbligazioni per accantonare temporaneamente risorse raccolte in occasione di alcune campagne istituzionali, per le emergenze di Haiti e del Pakistan, risorse da utilizzare negli anni successivi per il completamento dei progetti di ricostruzione e sviluppo che seguono agli interventi nella fase dell’emergenza. Il VIS si era rivolto a consulenti esterni che ne hanno tradito la fiducia, non solo proponendo investimenti che poi si sono rivelati non corrispondenti ai criteri statuiti dall’Assemblea dei Soci dell’organismo (eticità, sicurezza e pronta liquidazione), ma collocando obbligazioni che si sono rivelate totalmente false e inesistenti. Aggiungiamo, inoltre, che la società di revisione internazionale alla quale ogni anno sottoponevamo gli investimenti per la verifica e la certificazione annuale del bilancio non aveva ravvisato alcun elemento della frode.
  •  Sulle iniziative legali intraprese. A dispetto di quanto affermato nel libro è stata la nostra ONG ad intraprendere ogni iniziativa legale nei confronti degli autori della truffa e in particolare grazie all’iniziativa assunta in sede penale  dal  VIS, la Procura di Milano  ha potuto attivarsi. Nella convinzione che l’eticità e trasparenza debbano sempre guidare il nostro organismo, rispetto alla truffa abbiamo intrapreso tre iniziative legali: una in sede penale con la presentazione della denuncia querela, una presso il tribunale fallimentare al fine di richiedere il fallimento della società che ci ha truffato, una finalizzata all’accertamento di eventuali responsabilità di soggetti ai quali era stato affidato il controllo della gestione economico-finanziaria.  Il 25 novembre 2011 il Tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato il fallimento della società che ha realizzato la truffa ai nostri danni, consentendo nuove prospettive di tutela in sede civile ed in sede penale, atteso che la dichiarazione di fallimento implica l’aggravamento delle responsabilità in capo ai soggetti che hanno sottratto a VIS le somme investite per i reati  ad essi contestati ed, in particolare, la contestazione del reato di bancarotta.
  • Sull’accantonamento dei fondi e sulla differenza tra la raccolta fondi in emergenza e gli interventi in aree di emergenza. Il VIS non ha investito, ma ha accantonato fondi con l’intento di proteggerli e non certo per speculare. Il rendimento lordo prospettato, ad esempio, sarebbe stato tra il 2 e il 4 per cento e sarebbe stato utilizzato per le attività progettuali. Il VIS, infatti, come prima accennato, si caratterizza ed è accreditato per una mission orientata alla sviluppo e, anche quando è chiamato dai partner locali a intervenire in situazioni di crisi determinate da calamità o conflitto, non opera solo nella prima emergenza, ma soprattutto nelle successive fasi della ricostruzione e dello sviluppo con interventi di carattere pluriennale. L’emergenza è spesso la condizione che fa nascere un appello di raccolta fondi, ma la situazione generata dalla crisi non si esaurisce nell’arco della settimana o – nei casi più fortunati – dei pochi mesi di copertura mediatica. A dispetto di quanto affermato nel libro, nel patto che stringiamo con i nostri donatori, sin dall’inizio, assumiamo la responsabilità di rispondere non solo ai bisogni primari, ma anche di realizzare programmi di lungo periodo nel settore educativo, della formazione, per il riavvio di attività generatrici di reddito e per la promozione e protezione dei diritti dei bambini e dei giovani. E’ questa per il VIS la cooperazione efficace ed è una precisa scelta quella di non utilizzare tutte le risorse raccolte solo per la prima emergenza. Nel caso di Haiti, inoltre, sarebbe stato impossibile vista le instabilità istituzionali, politiche e sociali che caratterizzano uno “Stato fragile” e che impongono tempi lunghi per ogni attività di ricostruzione e sviluppo. Nonostante ciò abbiamo raggiunto i risultati previsti e continuiamo ancora oggi a lavorare per Haiti. (Per leggere i report completi http://www.volint.it/vis_files/dossier-dellintervento-del-vis-ad-haiti)
  • Sula gestione della crisi generata dalla truffa. A dispetto di quanto affermato nel libro, il VIS, in risposta alla crisi seguita alla scoperta della truffa,  ha predisposto tutti gli strumenti finanziari, gestionali e organizzativi per farvi fronte e rispettare così gli impegni assunti verso i beneficiari dei nostri progetti e verso i nostri donatori. Come descritto ampiamente nella Nota Integrativa del Bilancio 2011, per far fronte alla ricostruzione del bilancio economico e finanziario, il VIS ha visto riconfermata la fiducia nei confronti del suo operato da parte di donatori privati (imprese, famiglie e fondazioni), che, venuti a conoscenza della gravissima situazione conseguente alla truffa e conoscendo da anni e stimando le capacità del nostro organismo e dei suoi volontari, hanno reso disponibili risorse finanziarie utili a compensare direttamente la sopravvenienza passiva occorsa. 

Alcune precisazioni sul testo “L’industria della Carità”

  •  a pagina 42 – La dott.ssa Furlanetto in riferimento al bilancio del VIS confonde alcuni dati attribuendo erroneamente all’esercizio 2011 dei valori del 2010. Nel dettaglio, la dott.ssa Furlanetto agli oneri 2011 aggiunge la somma di 450mila euro –a suo dire - “utilizzati per comunicazione e pubblicazioni”. Rettifichiamo non solo che la cifra è di competenza dell’esercizio precedente e attiene agli oneri da attività accessorie (che comprendono le seguenti voci: Informazione e comunicazione, Pubblicazioni, Attività di formazione e sostegno ai comitati territoriali VIS, Attività di networking, Oneri per sostegno ai volontari nei Paesi in Via di Sviluppo di altri Enti, Contributi benevoli in natura, Oneri per personali in Italia), ma che le connesse spese di comunicazione e pubblicazioni del 2011 sono state pari a 17.639 euro. L’autrice manifesta inoltre difficoltà nella comprensione dei dati consigliando l’uso del “lanternino” per la loro lettura. In merito precisiamo che il bilancio del VIS è redatto secondo i principi emanati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e in attuazione delle Linee Guida emanate per le Onlus. E’ possibile identificare e approfondire ogni singola voce e capitolo del Bilancio attraverso la semplice lettura della Nota Integrativa.
  • a pagina 73 - La dichiarazione attribuita alla Presidente del VIS Carola Carazzone parrebbe, così come inserita nel testo, frutto di una intervista con l’autrice che, invece, non ha mai contattato né la nostra Presidente né la nostra ONG.  Inoltre, precisiamo che la Presidente, che ha assunto l’incarico il 17 aprile 2011, si è prodigata nella gestione della crisi generata dalla truffa a partire dall’avvio delle iniziative legali
  • a pagina 74 – A dispetto di quanto affermato nel testo circa l’insufficienza patrimoniale e l’incapacità del VIS nel fronteggiare l’ammanco generato dalla truffa, si precisa che il dato citato dalla dott.ssa Furlanetto e le sue conclusioni non sono corretti perché relativi e connessi al bilancio 2010, cioè all’anno precedente la scoperta della truffa stessa. La lettura dei dati del bilancio 2011 e della relativa Nota Integrativa avrebbero invece consentito di comprendere come il VIS ha fronteggiato le conseguenze economiche e finanziarie della crisi rispettando, in questo modo, tutti gli impegni assunti con i beneficiari e donatori.
  • a pagina 75 – A differenza di quanto affermato sulla mancata dichiarazione da parte del VIS ai propri sostenitori di avere accantonamenti in obbligazioni, teniamo a precisare che essi sono sempre specificati dettagliatamente nei nostri bilanci così come ogni ambito della gestione economica e finanziaria dell’organismo. Come già sottolineato, ricordiamo che dal 2000 i nostri bilanci  sono certificati da società di revisione internazionali  oltre che pubblici, disponibili sul sito e pubblicati annualmente su un quotidiano a tiratura nazionale (per leggere i bilanci http://www.volint.it/vis_files/bilancio).Sul punto rileviamo peraltro che qualunque iniziativa promossa dal VIS per la raccolta fondi in situazioni di emergenza prevede anche attività progettuali di lungo periodo (ricostruzione e sviluppo). Con trasparenza abbiamo sempre comunicato ai nostri donatori questa metodologia di intervento che caratterizza il nostro operato.

 
Per contatti stampa: Alessandra Tarquini 366.5604485 e 347.911.7177 a.tarquini@volint.it
sito: www.volint.it
 
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