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Sofia

"Mi chiamo Sofia, ho 14 anni e vivo in Ucraina. Prima di iniziare questa nuova avventura, vivevo con mia madre e i miei quattro fratelli in un piccolo villaggio del distretto di Nikopol. Mio padre è morto quando avevo due anni e mia madre è rimasta da sola ad occuparsi della famiglia. Come sorella maggiore, mi prendevo cura dei miei fratelli più piccoli e aiutavo nella gestione della casa. Per mia madre è sempre stato difficile supportarmi durante il mio percorso scolastico. Trovavo molta difficoltà nella maggior parte delle materie, ma avevo ottimi voti in educazione fisica: ho sempre avuto una grande passione per lo sport e praticavo il calcio e la pallavolo.

Con l’inizio della guerra nel 2022 la mia vita è cambiata in una sola notte. Inizialmente con la mia famiglia ci siamo spostati in Polonia e abbiamo vissuto lì per quasi un anno. Dopo essere tornati in Ucraina, la guerra è diventata la nostra tragica routine.

Proprio in questo periodo ho conosciuto per la prima volta gli operatori del VIS, che hanno notato la mia passione per lo sport e mi hanno proposto di partecipare ad un loro progetto, con lo scopo di aiutarmi ad intraprendere una carriera sportiva professionale qui in Ucraina. Mia madre era fortemente contraria a questa iniziativa, poiché era convinta che la mia strada fosse quella di tornare in Polonia per cercare lavoro. È servito molto impegno per convincerla, ma con il fondamentale sostegno degli operatori, delle autorità locali e della scuola sono riuscita a cogliere questa opportunità.

Adesso studio nel Collegio Sportivo Professionale di Dnipro e il mio sogno di dedicarmi allo sport si è avverato. Nel collegio ho trovato finalmente la mia dimensione ideale: allenamento, colazione, allenamento, pranzo, lezioni scolastiche, altro allenamento, cena, doccia, sonno. Questa è la mia routine quotidiana. E mi piace molto. Adesso pratico il canottaggio e i miei voti sono migliorati in tutte le materie. Sento di aver trovato la mia strada e sono determinata ad impegnarmi al massimo per raggiungere i miei obiettivi. Recentemente ho vinto una medaglia nel campionato regionale di canottaggio, ma il mio sogno è vincere la medaglia d’oro per la mia Ucraina!"

Sofia ha potuto realizzare il suo desiderio di dedicarsi allo sport, nonostante la complessità del contesto in cui vive, grazie al progetto "Protection, Care, and Inclusion for Vulnerable Groups in Eastern Ukraine" (Protezione, cura e inclusione per i gruppi vulnerabili nell'Ucraina orientale), iniziato a maggio del 2024, realizzato dal VIS con il sostegno del Fondo Umanitario dell'Ucraina (Ukraine Humanitarian Fund - UHF) e in collaborazione con la Congregazione Salesiana di Rito Orientale situata in Ucraina e la Fondazione “Genofund of the Future”.

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melkam etiopia
Melkam

"Mi chiamo Melkam Minuwuyelet, ho 35 anni e sono nata cieca in un piccolo villaggio fuori da Addis Abeba. 

Quando scoprii che non vedevo, rimasi scioccata. Continuavo a chiedermi: “Perché è successo proprio a me e non ai miei fratelli?”. Molti pensavano che avessi perso la vista per sfortuna o per una maledizione. Mi sono sempre chiesta: “Perché proprio io sono senza vista?”".

Guarda di seguito il cortometraggio animato che racconta la vita di Melkam e del suo riscatto sociale. (Clicca QUI per ascoltare l'audiodescrizione del cortometraggio)

"La mia storia è una storia di sfide e determinazione. Quando ero bambina, alcune persone con disabilità visive vennero nel nostro villaggio e parlarono con la mia famiglia. Fu grazie a loro che ci trasferimmo ad Addis Abeba. In città ho potuto iscrivermi al Misrach Center, dove ho imparato il Braille.

Di lì a poco, per difficoltà economiche ho dovuto smettere di studiare e per molti anni la mia vita è stata interamente dedicata alla cura della casa e dei miei figli. 

Ma dentro di me non ho mai smesso di credere in un futuro diverso. Ho affrontato molte forme di discriminazione a causa della mia disabilità visiva. Una delle sfide più grandi è partecipare alla vita sociale. Le persone danno per scontato che siamo incapaci. Dicono frasi come: “Perché sei qui?” oppure “Cosa potresti mai fare?”. Ogni volta che c’era un posto di lavoro disponibile e provavo a candidarmi, subito le mie capacità venivano messe in discussione.

A 31 anni, ho avuto un'opportunità che mi ha cambiato la vita: ho potuto frequentare un corso di formazione sulla lavorazione dei tappeti. Molti, intorno a me, pensavano che fosse una scelta sbagliata e che non ce la potessi mai fare. Ma io non mi sono lasciata scoraggiare.
Dopo il corso sono stata assunta da Sallou, e da quattro anni ormai lavoro lì come tessitrice. È un lavoro che mi permette di contribuire al sostentamento della mia famiglia.

Nella mia comunità sono una donna rispettata. Ogni giorno affronto pregiudizi di ogni genere. Ma io non mi scoraggio mai. Dico sempre: sono una donna che accetta la sfida. E a chi mi guarda con pietà, rispondo con i miei risultati."

Grazie al progetto I LEAD, finanziato da AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, frutto della sinergia tra il VIS e CBM Italia, in partenariato con i Salesiani di Don Bosco in Etiopia, ECDD (Ethiopian Center for Disability and Development), CBM Etiopia e Cooperativa Sociale Albergo Etico, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione socio-economica delle persone con disabilità, rafforzandone le competenze, l’autonomia e la partecipazione attiva alla vita della comunità, Melkam ha potuto migliorare le proprie condizioni di vita della sua famiglia e dimostrare che la disabilità non è un limite ma solamente una sfumatura della diversità umana.

Il 23 luglio, in occasione del Giffoni Film Festival, è stato presentato il cortometraggio animato. Clicca qui sotto per ascoltare la testimonianza di Melkam.

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