Una esperienza nella regione amazzonica brasiliana

Era mattina molto presto quando un gruppo di sette italiani lasciavano la ridente Sao Gabriel de Cachoeira, città di piu di 240 anni situata ad appena 29 km a sud dalla linea dell'equatore. Destinazione? A tre ore di jeep in una strada bucherellata e pantanosa e sei di “Voadeira” (barca di alluminio di sette metri, con motore a poppa) avremmo raggiunto la missione salesiana di Maturaca.

Il viaggio da Roma a Maturaca si è svolto a tappe, come se occorresse prendere coscienza di ciascun luogo prima del vero incontro con la foresta e con il suo popolo. Una settimana a Manaus. Sette giorni a Sao Gabriel e infine all'interno, in mezzo alla foresta amazzonica.

Le sei ore di barca sul Rio Negro sono volate attraversando lunghi canali d'acqua ed una rigogliosa vegetazione tropicale che non ci faceva distogliere lo sguardo dalla ricchezza naturale che la regione ci proponeva. L'ennesima curva sul fiume ed infine un caratteristico porticciolo e Gonzales ( il “motorista” Yanomami che ci accompagnava) che annunciava l'arrivo con il suo “chegammo” (arrivati!). Finalmente un piede sulla terra degli indios Yanomami; terra che rende forti e fieri, terra che dona dignità, terra per la quale gli indios ancora oggi si battono, difendono le loro tradizioni ed i loro diritti, cacciano le loro prede, coltivano le loro terre, educano i figli, si alleano, fanno proposte ed attendono risposte.

Ad accoglierci su una scaletta che viene su dal fiume, Evandro, un giovane salesiano che da qualche anno vive a Maturaca, comunità salesiana fondata nel 1956. La missione è sita al centro di quattro villaggi Yanomani (Maturaca, Maria Auxiliadora, Ariabù, Uniao) che ospitano circa mille abitanti nella regione ai confini del Pico della Neblina, frontiera tra il Brasile ed il Venezuela.

L'accesso a questo luogo è abbastanza difficile. Il senso di immersione nella foresta tende ad annientare in un primo momento i pensieri di noi “occidentali” dalle mille idee-azioni mentre nasce il desiderio di vivere anche se per poco tempo uno dei paradisi del mondo. Cosi respirando profondamente mi tornano in mente i tanti possibili interventi per salvare quel polmone verde. Inizialmente già questo dona valore al nostro esser li, alle nostre azioni, ai nostri progetti al nostro desiderio di relazione, anche se dentro di me comincia a nascere altro.

Dopo qualche giorno dal nostro arrivo riprende l'anno scolastico dei bimbi Yanomami, la missione ha al suo interno una scuola elementare. Le lezioni si svolgono in due turni scolastici, con professori locali. Ogni due ore un intervallo che comprende anche un programma alimentare per sostenere la crescita dei bimbi, ove la famiglia o la comunità non è sufficiente.

Il popolo Yanomami di Maturaca vive una realtà di transizione. Da popolo nomade a popolo stanziale. Da soli cacciatori e pescatori a contadini e commercianti. Fieri i loro capi e gli sciamani di questo nuovo cambiamento, ma riconoscono un grosso pericolo; i giovani Yanomami accolgono le vecchie tradizioni ma sono favorevolmente attratti dalla vita in città, dalla modernità. Cosi chi può parte, va via, ma le aspettative non coincidono sempre con la realtà. A Sao Gabriel de Cachoeira nell'anno 2006-07 ben 10 ragazzi hanno pensato il suicidio come soluzione alle loro difficoltà. Alcool, droga, prostituzione i pericoli della città.

Occorrerebbe proteggere i giovani indios dalla contaminazione? Sarebbe meglio che rimanessero nelle loro terre? Forse solo una utopia nell'era della Globalizzazione.

Cosi la settimana scorre e noi a tratti riprendiamo di nostri pensieri e le nostre azioni e proviamo ad ascoltare attentamente quello che i capi e gli sciamani ci propongono come loro esigenze (luce elettrica, batterie, benzina, riso, fagioli, malattie, problemi sanitari ecc..). Si ascolta, perchè sono gli indios i veri abitanti di quelle terre, sono loro che permettono la nostra presenza in quelle terre e che ci accolgono nelle loro case. Anche noi, però, mettiamo del nostro essendo certi che sarà sempre l'educazione e la formazione che potrà in qualsiasi terra donare la capacità del sano discernimento e quindi del cambiamento positivo, verso un maggiore benessere.

 

Mimma Bombara