Essere mamma in Madagascar. La storia di Paola

8 maggio 2015 - “Essere mamma” è un ottimo spunto per poter parlare dalla condizione della donna nei paesi in via di sviluppo, ma io, invece, proverò a darvi un punto di vista un po’ diverso su questo tema. Non posso infatti ancora raccontare cosa sia veramente essere madre in Madagascar, se non negli occhi delle mamme che ruotano intorno a noi in ufficio, ma vi parlerò di cosa significhi vivere la mia prima gravidanza nell’Isola Rossa!

Sono Paola e sono una volontaria internazionale del VIS da novembre 2013 in Madagascar insieme a mio marito Stefano.

La lontananza da tutti quei preconcetti, paure, ansie e angosce che in Italia anche il panettiere prova a trasferirmi, mi ha fatto vivere con serenità ogni piccolo cambiamento del mio umore, del mio corpo e della relazione con mio marito, e, ora che siamo quasi alla fine, posso dire che ognuna di queste cose ha avuto un risvolto positivo per me in questi nove mesi.

E’ stato molto bello lavorare, essere fianco a fianco di persone che ogni giorno si interessano a te e al tuo bambino, crearsi tutti insieme un ritmo di vita nel quale tu e la tua pancia crescente siete un po’ al centro, un grande privilegio che molte mamme, non solo in Italia ma anche in Madagascar, non hanno.

Essere una mamma in Madagascar ha anche dei risvolti bizzarri: andare in piscina e incrociare gli sguardi di bambini che, in parte già intimoriti dai “vazaha” (stranieri), cercano di capire se hai mangiato troppo o se veramente c’è un bimbo nella pancia e scoppiare in una risata argentina quando poi esplicitamente te lo chiedono, con la tenerezza e l’ingenuità che solo loro riescono a dimostrare.

Un altro aspetto interessante è scoprire attraverso il racconto della mia collega-mamma dell’ufficio, di come ci siano differenze anche di pensiero sull’approccio alla maternità e al diventare genitori. In Italia penso che nessuno mai oserebbe nemmeno pensare di portare in ufficio un balia che accudisca tuo figlio e che all’occorrenza sia lì per aiutarti nella possibilità di allattare il tuo bimbo, cosa che invece in Madagascar succede in diversi contesti lavorativi; qui spesso siamo invece già preoccupati alla domanda del “e questo figlio come me lo gestisco adesso, con il lavoro e i mille impegni?”.

Ed ora che sono qui in Italia, per dare alla luce il piccolo Filippo (o almeno così pare!), tutto mi sembra lontano, il nostro lavoro con i Salesiani, i nostri colleghi, i nostri giovani beneficiari, perché, in fondo in fondo essere incinta vuol dire dedicarsi anima e corpo al piccolo che ci cresce dentro e che poi siamo chiamati ad educare e far diventare grande. Nonostante questo, i primi giorni del nono mese li ho passati tra rendiconti e visite alle imprese (!) perché si sa, anche in questa bellissima condizione, la passione per quello che facciamo non si affievolisce…

E poi tra qualche mese….vi scriverò di come sarò mamma e volontaria direttamente dal Madagascar!

Paola Schinelli

Volontaria Internazionale 

VIS in Madagascar