Gli immigrati di seconda generazione: la lunga strada verso l’integrazione

IMMIGRATI (22 marzo) - Nel 1992 i figli di stranieri nati in Italia erano seimila, nel 2005 sono diventati 51 mila. I ricongiungimenti di minorenni con familiari che già abitano in Italia sono stati 40 mila nel 2006.

L’Italia delle nuove generazioni e dei grandi cambiamenti sociali. I sogni, le aspirazioni, le difficoltà generazionali e culturali dei ragazzi italiani non sono poi così lontane da quelle dei loro coetanei di diversa provenienza.

Vengono chiamati “seconda generazione” e sono i minorenni figli di immigrati nati in Italia o che sono giunti nel nostro paese in età prescolare.

Questa è la nuova realtà italiana, dove il nuovo multiculturalismo nasconde ancora scenari di forte lontananza culturale.

Tutti condividono sogni e aspirazioni proprie del nostro tempo lontani da un occhio vigile al colore della pelle e dei tratti somatici.

Ma alla difficoltà del vivere l’età adolescenziale, dove tutto è fonte di grande emozione e caos sentimentale, spesso si aggiunge una profonda difficoltà di integrazione culturale ed aspettative familiari che troppo spesso rappresentano il frutto di un stato di emarginazione ed un forte senso di rivalsa nei confronti della popolazione ospite.

E così non mancano storie di vita come quella di Hina che a 21 anni perde la vita, uccisa dal padre perché incapace di accettare il suo amore per un ragazzo italiano. O di Alina (nome di fantasia) morta accidentalmente (sostiene la famiglia) cadendo da una finestra all’età di sedici anni, nella pienezza della sua gioventù e dei suoi profondi sensi di colpa (sostengono gli amici) nei confronti di una famiglia, di religione islamica, incapace di comprendere il suo sentimento d’amore per un ragazzo italiano.

Se è vero che tutti gli uomini sono capaci di amare, sognare, vivere, ridere, soffrire, perché dovrebbe essere così importante il colore della pelle o il tipo di religione o l’estrazione sociale? Se è vero che crediamo in un Dio che governa le nostre vite non dovremmo avere dubbi sul fatto che questo Dio, indipendentemente da come viene chiamato, voglia vederci vivere nel rispetto di dettami etici e morali universalmente validi per tutti.

«Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo»
Mohandas Karamchand Gandhi

Debora Sanguinato