La più grande discarica dell’America centrale, in Guatemala, proibisce l’accesso ai bambini e diventa un modello da seguire

La più grande discarica dell'America Centrale ha chiuso i battenti ai bambini. A città del Guatemala l'accesso dei minori alla discarica, che fino al 2005 contava un terzo di bambini tra i 3.600 "guajeros" che vi lavoravano, è interdetto da una legge che, a differenza di altri paesi come Honduras o Nicaragua, viene rispettata alla lettera, concedendo inoltre l'ingresso ai rifiuti solamente a chi è identificato e registrato.

La discarica è divenuta un modello nell'area per essere riuscita a sradicare il lavoro minorile al suo interno. Oggi i genitori lasciano i bambini nel "Centro ricreativo ed educativo" attaccato alla discarica, dove imparano a leggere e a scrivere e lavorano per recuperare la manualità che hanno perso dopo anni di lavoro tra i rifiuti. In questo progetto- Protection y desarrollo de la niñez y adolescencia en la ciudad de Guatemala - che si occupa di sottrarre i bambini alla strada, alla droga e alla violenza e inserirli nel mondo del lavoro, è coinvolta direttamente la Cooperazione italiana.

Seppure il mestiere dei "guajeros" sta diventando oggi un lavoro meno redditizio, anche perché è cambiata la filiera del riciclo dei materiali, la raccolta e differenziazione della spazzatura per poi rivendere quella che può essere riciclata, resta comunque l'unica forma di sostentamento per più di 2.500 persone. Molte famiglie temono, per questo motivo, che dopo aver vietato l'accesso alla discarica ai bambini, si decida anche di limitare il numero di persone che vi possono lavorare.