L'Italia chiamata ad affrontate la sua terza Revisione Periodica Universale, l'intervista all'esperta Barbara Terenzi

31 ottobre 2019 - Il VIS è una delle dieci ONG italiane che hanno istituito nel 2002 il  Comitato per la Promozione e Protezione dei Diritti Umani, la  rete di oltre 100 organizzazioni non governative italiane, che nel corso degli anni è diventata un punto di riferimento in grado di fornire informazione in materia di promozione e protezione dei diritti umani in Italia, attraverso il suo monitoraggio delle raccomandazioni ONU al nostro Paese.

In occasione della Revisione Periodica Universale (UPR) che vede l’Italia sotto revisione per la terza volta, il VIS e il Comitato non hanno mancato l’appuntamento di fronte agli altri Stati membri delle Nazioni Unite in occasione della UPR-Presession a Ginevra lo scorso ottobre per portare il contributo nei propri ambiti di specializzazione. A coordinare il Comitato, è Barbara Terenzi, Responsabile Ufficio Diritti Umani e Advocacy del VIS, a cui abbiamo rivolto alcune domande:

 

Cosa è la Revisione Periodica Universale (UPR) a cui l’Italia sarà sottoposta a inizio novembre?

Prima di descrivere cosa sia  la Revisione Periodica Universale è bene ricordare come funziona  la partecipazione  alle Nazioni Unite. L’Italia, quale Stato membro, è tenuta a  rispettare gli accordi  presi che una volta ratificati devono essere trasformati  in normativa interna. Nel 2006  a fianco delle  9 Convenzioni focalizzate sui  Diritti Umani, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di rafforzare i propri strumenti creando il Consiglio Diritti Umani e fornendolo di mezzi di  controllo più forti fra cui la Revisione Periodica Universale, a cui ogni Paese è  sottoposto periodicamente,  ogni quattro anni. Oggi siamo giunti al terzo ciclo di questa revisione, una verifica  simile ad una pagella in cui vengono esaminati gli adempimenti, gli impegni assunti, le carenze di ogni Stato membro in materia di promozione e protezione dei diritti umani,  appunto la Revisione Periodica Universale.

 

In cosa consiste e quali sono le conseguenze della UPR?

Non è la prima volta che l’Italia  si sottopone alla UPR. Si presenta il 4 novembre prossimo al terzo appuntamento con scadenza quadriennale, in cui deve  riferire agli Stati membri sulla base delle raccomandazioni ricevute nel corso della prima e della seconda Revisione Periodica Universale,  rispondendo alle richieste di chiarimenti che verranno avanzate in una sessione cosiddetta di dialogo interattivo. È un esercizio fra pari, dove ogni Stato membro sulla base di una documentazione preparata dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU, unitamente al rapporto del governo sotto revisione, potrà sollevare domande, richieste di chiarimento e/o raccomandazioni. Al termine della UPR , l’Italia riceverà le raccomandazioni per le quali  dovrà esprimere la sua accettazione, il rifiuto o se le terrà  in stallo fino alla prossima Revisione, in cui dovrà dimostrare, con numeri e dati, quanto  fatto rispetto alle  precedenti raccomandazioni.

 

In che modo le organizzazioni della Società Civile possono influire sulla revisione? In particolare cosa può fare il Comitato?

La Società Civile nella UPR non ha la possibilità di intervenire direttamente in plenaria alle Nazioni Unite a Ginevra, ma può comunque svolgere un ruolo fondamentale in tutto il periodo dei quattro anni fra una revisione e l’altra attraverso un costante lavoro di monitoraggio dei diritti umani nel proprio Paese.

Questo  è il caso del Comitato e anche del VIS, che nel tempo hanno portato avanti un sistematico monitoraggio e osservazione della situazione nei propri ambiti di specializzazione. La società civile può contribuire con l’invio di una documentazione specifica, la Submission of Information, in cui fornisce dati provati della situazione rispetto a diritti fondamentali. Questa documentazione che viene preparata secondo regole e tempi precisi, confluisce nella documentazione che poi verrà fornita al Gruppo di Lavoro che provvederà a stilare la lista della problematiche da affrontare che insieme alle raccomandazioni precedenti, agli impegni formali dello Stato membro sotto revisione e alla sua relazione faranno parte del ricco materiale su cui confrontarsi. Lo Stato membro sotto revisione  riceve un elenco delle problematiche,  da affrontare  in modo che  possa prepararsi adeguatamente a rispondere. Dal secondo ciclo della UPR è stato istituito un nuovo meccanismo, la UPR Pre-session che si tiene prima dell’inizio della revisione, in cui la società civile può partecipare nell’interactive dialogue con gli Stati membri per poter far sentire la propria voce. Così è stato anche questo anno in cui il VIS e il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani sono stati selezionati fra le 5 organizzazioni della società civile italiana a parlare in preparazione della 34ma Sessione. E’ una opportunità importante, perché in questo modo la società civile, che non può partecipare direttamente alla Revisione, può invece essere ascoltata dagli Stati Membri in modo volontario. Essi così possono chiedere informazioni, dettagli e precisazioni  sul Paese  sotto revisione a coloro i quali rappresentano gli stakeholders di questa dinamica.

 

Qual è la particolarità del Comitato rispetto alla società civile degli altri Paesi?

Il Comitato per la promozione e protezione dei diritti, nato nel 2002, che si basa su una adesione volontaria e a costo zero, ha nel tempo maturato una vasta esperienza partecipando a tutte le sessioni della UPR per l’Italia a partecipando a moltissimi appuntamenti connessi con le Convenzioni ONU sui diritti umani a Ginevra. La sua forza  sta nel tenere insieme  decine di organizzazioni non governative che fungono da esperte nel proprio ambito di intervento. Ciò permette al  Comitato da anni di presentare delle Submission of Information più ampie che coprono molti ambiti dei diritti umani in Italia. A questo fatto si aggiunge la redazione da oltre dieci anni di  un Rapporto di Monitoraggio alle raccomandazioni ONU all'Italia in materia di diritti umani, che fotografa attraverso una ricerca evidence-based, con un ampio patrimonio di dati e fonti ufficiali, la situazione italiana riguardo le criticità sul tema dei diritti umani.

A Ginevra lo scorso 11 ottobre è stato portato l’ultimo Rapporto di Monitoraggio  nella sua versione in lingua inglese e condiviso con gli Stati membri presenti alla UPR Pre-session. Il  10 dicembre lo stesso sarà presentato nella sua stesura in italiano, più ampia ed integrata da ulteriori aggiornamenti, frutto del lavoro congiunto di organizzazioni aderenti ed organizzazioni esterne che condividono gli obbiettivi del Comitato.

I rapporti di monitoraggio e le Submission of Information preparati con questa modalità dal Comitato, con la partecipazione attiva delle varie ONG aderenti, hanno spesso costituito il materiale su cui hanno lavorato gli esperti dei vari Comitati ONU per i diritti umani che consideravano l’Italia ed hanno contribuito alla realizzazione delle raccomandazioni da parte degli Stati membri alle precedenti UPR  all’Italia.