Marcia per la pace e per la giustizia a Santo Domingo

SANTO DOMINGO (2 marzo) - “Hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo”, recita la strofa di una famosa canzone di Francesco De Gregori. La scorsa settimana, nell’ospedale Morgan di Santo Domingo è morto Marino Pedro Brito. Marino è stato ucciso dai colpi esplosi da una pattuglia della Polizia Nazionale che stava perseguendo alcuni malviventi: si trovava nel suo posto di lavoro, una polleria sulla strada. Era membro attivo della parrocchia, lo incontravo la domenica durante la messa e quando andavo durante la settimana mi accoglieva sempre con un:”Como va mi hermano? Y la familia?” (Come va fratello mio, e la famiglia?).

Uno sguardo sincero, un volto tondo, mani forti di un lavoratore sessantenne. Un padre di famiglia, un uomo amato.

Domenica scorsa, la parrocchia ha organizzato una marcia per la pace e per la giustizia. Prima della messa vedo volti tirati, la cerimonia è intensa: nel momento della condivisione, dove chi vuole può prendere la parola, risuona senza rabbia ma con determinazione la parola giustizia.

All’offertorio, una colomba, segno di pace e di riconciliazione, viene lanciata: non vuole volare, zampetta nel mezzo della chiesa…vuole stare giù tra la gente di questo barrio che, in una settimana, ha avuto quattro morti ammazzati in scontri armati.

Comincia la marcia sotto un sole che stordisce, arriviamo davanti al distaccamento di polizia dove il parroco, un gesuita, con una punta di emozione denuncia la stanchezza di questa situazione, in cui poliziotti corrotti non compiono il proprio dovere. La vedova, tra le lacrime di tanti, ricorda un uomo amato da molti.

Il lunedì successivo, la prima pagina del Listin Diario, il più diffuso quotidiano nazionale, apre con una notizia sulla marcia, e nella mattinata il capo della polizia propone un incontro: speriamo che non rimangano solo vane parole di circostanza.

“Hanno ammazzato Marino, Marino è vivo”.

Augusto Bonaiuti, Volontario VIS a Santo Domingo