Nairobi: l’esperienza di un salesiano di ritorno dal primo World Social Forum del continente africano

NAIROBI (31 gennaio) - Scrivo di ritorno dall'inaugurazione del Social Forum che si sta svolgendo in Kenia. Una esperienza sicuramente interessante, ma con troppe ombre per definirla positiva. È stato bello vedere giovani e anziani africani confrontarsi con la realtà occidentale, con la parte che si propone come propositiva ed alternativa alle logiche di mercato e umane di quell'occidente che opprime e perseguita l’Africa da secoli.

Bello vedere dei responsabili di ONG mettersi in discussione durante i workshop e in uno di essi incontrare il vecchio presidente dello Zambia Kenneth Kunda parlare sui diritti delle donne ed incantare l'assemblea con le sue parole ed il suo carisma.

Il primo giorno decido di non fare colazione per arrivare in tempo, pensavo di comprare due frutti sul posto. Sto per comprare una banana, mi chiedono un costo pari a quattro volte il prezzo normale, poi, una bottiglia d'acqua piccola costa il doppio del supermercato o dei bar. Decido che non comprerò assolutamente nulla nel Social Forum e quindi salto colazione e pranzo. Come me la maggior parte dei kenioti presenti.

Il controsenso è che ovunque c'è cibo e acqua ed ovunque ci sono bianchi che mangiano, cinesi che mangiano, indiani che mangiano e tanti neri che non possono comprare (i neri delle ONG e delegati vari non hanno questo problema). Il secondo giorno ci sarà una forte protesta con due\trecento persone contro questo scandalo. Martedì un'altra, oggi altre due. Sono state cambiate poche cose… pochi sono stati i prezzi abbassati e comunque sempre troppo alti per l'economia keniota, per quella del popolo, non dei "favoriti".

Il Social Forum è stato pensato in Europa per Occidentali e per coloro che potevano permettersi lo stile di vita occidentale! È stata un'occasione perduta di partecipazione e d'incontro risoltasi in un triste messaggio: "Chi ha potere d'acquisto ha accesso ai servizi, al cibo, all'acqua…"

È stato importante confrontarsi con diversi stili e metodi di lavoro; mi tengo stretto gli indirizzi di un amico del Camerun, di un amico del Brasile, di un amico dell'Italia, sperando che i contatti si tramutino in un serio cammino dove la reciprocità e la corresponsabilità siano le parole d'ordine del rapporto Sud-Nord.

Una delle note positive del Social Forum l’incontro con il mio amico Paul del Camerun. Ci siamo incontrati sulla riflessione del come debba essere l’africano ad aiutare l’africano, di come si debba cooperare smettendo di imporre quello che si ritiene giusto senza far riemergere quella profonda solidarietà insita nel cuore del popolo africano. Si rifletteva insieme sul come lavorare “con” gli africani, non per gli africani. Sul come coinvolgere gli intellettuali africani.

L’Africa aspetta ancora persone che lavorino con lei, non per lei e non su di lei, sorgerà questo messaggio dalla notte di Nairobi?