Area d'intervento

IL VIS IN ETIOPIA


Il VIS opera in Etiopia da oltre 15 anni. Porta avanti progetti di educazione e formazione professionale, recupero di ragazzi di strada, formazione dei docenti, emergenza alimentare e realizzazione di opere idrico sanitarie.
L'ufficio di coordinamento del VIS in Etiopia è attivo dal 2003 ed è stato riconosciuto dalle autorità locali nel 2005.
La collaborazione con i partner salesiani è stabile  e caratterizzata da un ottimo livello di cooperazione.  In Etiopia il VIS lavora a fianco dei Salesiani di Don Bosco, che rappresentano il più importante partner del paese. Oltre ai Salesiani il VIS collabora da molti anni con ADCS - Segretariato Cattolico di Adrigat in Tigray, la ong Rapid e HCS- Segretariato Cattolico di Harar in Somali Region, soprattutto per le opere idrico sanitarie.


AREA DI INTERVENTO: Somaly Region

La Somali Region  ha una popolazione di quasi 4 milioni di abitanti, etnicamente omogenea in quanto la maggior parte (95%) è composta da somali. 
La capitale della regione è Jijiga, una cittadina che si trova a 640 km da Addis Abeba e a 60 km dal confine con la Somalia. La popolazione vive soprattutto di pastorizia in una zona caratterizzata da frequenti episodi di siccità. La mancanza d’acqua rende le coltivazioni quasi impossibili.
A dicembre 2010, il governo etiope ha dichiarato lo stato di emergenza. Le ultime due stagioni delle piogge, infatti, le cosiddette gu e deyr, sono state scarse e le fonti idriche si sono prosciugate. È la regione con il più alto tasso d’insicurezza alimentare.
La siccità di quest’anno (paragonabile a quella del 1999/2000 e del 2007/2008) è esacerbata dalla mancanza di cibo, acqua e bestiame nei mercati locali e dalle ridotte  opportunità di lavoro per la popolazione.
Le scorte di generi di prima necessità (farina, olio, cereali) sono ridotte ed il prezzo dei prodotti è in continua crescita man mano che la stagione secca avanza.
Non essendoci fonti d’acqua nei pressi di gran parte dei villaggi sono necessarie distribuzioni attraverso camion cisterna che costringono le donne a percorrere a piedi ogni giorno vari chilometri per rifornirsi con taniche d’acqua. Inoltre la siccità persistente ed i cambiamenti climatici in corso hanno prosciugato i pozzi scavati a poca profondità e rendono impossibile trovare falde acquifere a meno di 15 metri, mentre in passato già a 10 metri si trovavano buone scorte di acqua. La malnutrizione e la mancanza di acqua e di conseguenza anche d’igiene si aggiungono alle già difficili condizioni di vita degli abitanti della Somali Region aumentando le malattie ed il rischio di epidemie tra la gente.
La popolazione è dedita alla pastorizia, ma la carenza di acqua e i pochi pascoli disponibili spingono gli uomini e le bestie a spostarsi per chilometri in zone più fertili, lasciando la famiglia per molti mesi l’anno. Inoltre il bestiame viene indebolito per le lunghe marce e per le malattie e diminuisce perciò la sua produttività sia in termini di latte, che di carne che di prole sana. La situazione è talmente critica che persino i cammelli, tradizionalmente l’animale che meno risente di siccità e carestie, sono morti a decine.
Nella zona di Gogti, Awbare e Dolo Addo, dove principalmente verranno realizzati gli interventi del presente progetto, sono presenti anche numerosi campi di rifugiati: si stima che giornalmente circa 1.300 profughi arrivino in Etiopia dalla Somalia, stremati dopo aver percorso più di 600 kilometri a piedi sfuggendo alle milizie di Alshabab (Gruppo Terroristico Somalo che conduce attacchi contro il governo e le truppe etiopi alleate).
Si stima che nei 4 campi di Awbare, Shader, Bokol Mayo e Melka Dida siano attualmente ospitati circa 80.000 individui ai quali manca ogni cosa.
Nessuna Ong internazionale lavora nella zona. Il VIS ha ricevuto appello diretto dal Governo della Somali Region, poiché nessun aiuto oltre dall’UNHCR arriva nella zona. Il VIS ha iniziato ad organizzarsi per le distribuzioni di acqua, per l’acquisto di pompe e per l’identificazione  dei siti per lo scavo o la riabilitazione di pozzi.  Si tratta di attività straordinarie, non previste o programmate, che per l’urgenza che le contraddistingue risultano prioritarie, rispetto ad alcune altre attività programmate nella regione, per salvare vite umane. L’appello del governo locale al VIS ci spinge a voler intervenire tempestivamente, visto aumento giornaliero dei profughi e il peggioramento delle condizioni di vita nei campi di accoglienza e nei villaggi.