A Goma per la giornata del bambino africano con i ragazzi del riformatorio

2 agosto 2019 – La giornata del bambino africano si svolge ogni 16 giugno dal 1991. La data fu istituita per commemorare il massacro di centinaia di bambini a Soweto nel 1976, durante il regime dell’Apartheid.

 

Durante l’ultima commemorazione il VIS ha deciso di appoggiare l’iniziativa di un gruppo di giovani artisti scrittori e poeti volontari, celebrando la giornata in compagnia dei bambini e dei ragazzi in conflitto con la legge, che sono rinchiusi presso il riformatorio di Goma (l’EGEE: Etablissement de Garde et de Education de l’Enfant) confinante con il Carcere Centrale per adulti (Munzenze). Attraverso l’aiuto di tutte le parti coinvolte, dai giovani volontari ai giovani artisti che hanno partecipato, si è svolta non una giornata bensì una “settimana del bambino africano”.

 

Molti di questi bambini e ragazzi sono cresciuti in un ambiente familiare caotico, promiscuo, senza educazione, senza tenerezza e senza amore, dove la violenza e i gruppi armati sono stati gli unici percorsi a loro offerti. I ragazzi che hanno partecipato a questa iniziativa sono stati 110, di età compresa tra i 13 e 17 anni. La gran parte di loro sono dei bambini soldato o ragazzi in situazione di strada o giovani che attraversano una crisi familiare. Spesso questi ragazzi sono accusati di furto, violenza sessuale, associazioni a delinquere e di appartenere a gruppi armati ribelli.

 

Nei giorni della ‘settimana del bambino africano’, diversi ragazzi hanno partecipato a laboratori di scrittura, teatro e poesia. L’obiettivo di questi laboratori è stato quello di stimolare la creatività, la fantasia, di dare loro un modo diverso di esprimersi e anche, e soprattutto, il diritto di esprimersi. Aiutarli a ritrovare la loro autostima, spezzata dalla malvagità della società, e dare un esempio di come trascorrere il loro tempo nelle infinite ore di carcere attraverso carta e penna mentre tengono la testa alta e possono immaginare un mondo migliore, un mondo che li ascolta.

 

Nel cortile centrale dell’EGEE, attraverso momenti di condivisione, c’è stata la restituzione dei lavori prodotti nei laboratori in un'atmosfera di gioia e allegria. Il tema utilizzato nei diversi laboratori è stata l'educazione, in particolare il diritto allo studio, la necessità che i minori in detenzione possano continuare a studiare pur essendo privati ​​della libertà. Il tutto si è concluso con un piccolo banchetto dove ognuno di loro ha trovato il suo pasto, in un clima festoso, scoprendo il loro talento attraverso lo slogan: Insieme per un mondo possibile, insieme per un Congo possibile.