Il VIS in Repubblica Democratica del Congo: il racconto di Albino

8 aprile 2013 -  I Volontari del VIS- Volontariato Internazionale per lo Sviluppo- mettono a disposizione il loro entusiasmo e la loro professionalità per realizzare i nostri progetti nei 40 Paesi in cui il VIS è presente. La loro testimonianza è preziosa per capire come funziona il mondo della cooperazione, difficile da comprendere senza una conoscenza diretta. Albino si trova da più di due anni in Repubblica Democratica del Congo e racconta la sua esperienza.

"Mi chiamo Albino, ho 55 anni e con mia moglie collaboro con il VIS- Volontariato Internazionale per lo Sviluppo che è presente accanto ai missionari salesiani nelle situazioni più difficili e nelle emergenze.

 Abbiamo passato ormai più di due anni a Goma , città nella Repubblica Democratica del Congo e lavoriamo al Centro don Bosco di Ngangi, questo centro aiuta i bambini più sfortunati dando loro la possibilità di studiare per avere qualche speranza nel futuro; gli alunni sono quasi quattromila, ci sono poi i ragazzi di strada, gli orfanelli da zero a sei anni, le ragazze madri a causa di violenza, i bimbi denutriti, i ragazzi soldato ed un dispensario . Lavoriamo a fianco dei Salesiani con altri volontari, ognuno si occupa della parte a lui assegnata, amministrativa, sociale, tecnica o altro, ognuno di noi ha una motivazione personale per venire a lavorare qui, esperienza, conoscenza di luoghi e persone, aiuto per il prossimo o non importa quante altre. 
Sono ormai una decina di anni che dedichiamo parte del nostro tempo a queste esperienze da espatriati, prima in Kenia poi Burundi, Angola ed adesso qui, abbiamo fatto questa scelta dopo alcuni viaggi personali in bicicletta in Asia ed Africa, viaggi che ci avevano aperto un pochino gli occhi e volevamo perciò approfondire le nostre conoscenze per cercare di capire qualcosa in più del mondo. 
Il mondo della cooperazione, del volontariato e delle Ong è un mondo complesso e non sempre i mezzi di informazione riescono a comprenderlo. Per questo ho deciso di raccontare la mia esperienza con il VIS, convinto che la voce di chi si trova ogni giorno a lavorare nel mondo del volontariato internazionale possa illustrare meglio tutti gli aspetti di questa realtà.
Goma si trova nella Repubblica Democratica del Congo nella regione del Nord Kivu, territorio ricchissimo che fa gola a molti paesi occidentali i quali per contrabbandare le risorse del sottosuolo armano e finanziano i vari gruppi ribelli che spadroneggiano in quelle zone; l'ultimo salito alla ribalta è l'M23, gli scontri di questi vari gruppi tra di loro o contro l'esercito congolese creano da anni  enormi problemi alla popolazione locale, milioni di morti, milioni di sfollati,  villaggi bruciati, furti, stupri continui ed uccisioni. Goma è una città nata sulla lava delle eruzioni del vulcano Nyragongo e perciò muoversi tra i suoi vicoli è un'avventura, salti e buche sono un massacro per schiene ed automobili, è indispensabile un fuoristrada e pure un ottimo autista e non tanto per il guidare nel caos cittadino tra le buche ma perché essendo una città pericolosa con continui movimenti di gente armata, siamo obbligati ad avere sempre a fianco qualcuno che conosca perfettamente le stradine e sia sempre informato su che percorso fare od evitare per non finire in guai molto seri.
Alla sera, alle 21, da anni c'è il coprifuoco ed è tassativo non uscire di casa, le uccisioni notturne negli ultimi tempi erano abituali, nella città la luce elettrica funziona solo ad intervalli e nel 90 per cento dei quartieri non c'è! Sarebbero sicuramente notti eccitanti e piene di adrenalina ma forse è meglio evitare perciò niente cene al ristorante o serate mondane, si mangiano i resti scaldati del pranzo poi alle 21 si spegne il generatore e si resta a lume di candela o meglio ancora si va a dormire in quanto si è sempre piuttosto stanchi.
A volte si sentono discorsi sulla corsa al volontariato per stipendi elevati, vita comoda, avventura o continue feste... Non so cosa succeda da altre parti del mondo ma conosco cosa succede qui, al centro don Bosco io mi occupo della parte tecnica, impianti, scuola professionale, manutenzioni straordinarie, considero il mio lavoro una grande occasione per imparare molte cose del mondo e su altre culture ma come tutte le cose diverse od un pochino avventurose non è detto che siano sempre così tranquille o divertenti; siamo in zone in cui, malaria, infezioni intestinali, polmonari, pulci o altri parassiti vari sono assicurate, possibili anche tifo, colera, aids, meningite e tutte le migliori malattie del mondo, se ci mettiamo poi che la media dei volontari VIS, tolte le spese guadagna meno di mille euro al mese .... non credo che moltissime persone siano così invidiose o ardirebbero di correre immediatamente qui per una bella vita comoda e felice!  
Immagino che coloro che scrivono  trattando i sopraddetti argomenti avranno prima girato il mondo a recuperare informazioni ma pochi erano a Goma tre mesi fa, quando i ribelli del gruppo M23 hanno preso possesso della città.                                                                                                                                                                                                                            
 
Queste scene, anche se non direttamente in città come questa volta, succedono sovente in queste zone e  migliaia di persone sono costrette a fuggire per evitare di essere uccise; i salesiani del centro don Bosco, già negli anni passati hanno ripetutamente accolto ed aiutato migliaia di sfollati, il 19 novembre scorso dopo gli scontri del video il centro don Bosco ha nuovamente aperto le porte ed accolto oltre diecimila persone , principalmente mamme e bambini.  I costi che il centro ed i Salesiani devono sostenere abitualmente per aiutare migliaia di alunni abituali sono altissimi ma in questi casi gravi neppure i Salesiani  possono fare miracoli; solo dopo alcuni giorni senza cibo si è potuto ricominciare a dar da mangiare a tutte quelle persone e questo grazie alle varie ONG intervenute prontamente nell'emergenza, anche se da giorni si conosceva la situazione ed i rischi, nessun altro era presente per aiutare, nessun giornalista era qui per verificare la realtà e pochissimi media ne parlavano!
Per fortuna, a parte il forte banditismo e sparatorie notturne, durante le festività natalizie la situazione è rimasta leggermente più calma, dopo un mese dagli scontri gli sfollati sono tornati a casa o si sono spostati in altri campi adeguati ed  al Centro don Bosco sono riprese le lezioni, in modo molto diverso se facciamo riferimento alle abitudini italiane, abbiamo pure noi festeggiato il Natale con i bambini del Centro ed un capodanno virtuale con i nostri amici a 5000 km. di distanza; in quell'occasione anche noi abbiamo stappato una bottiglia di spumante portata tre mesi prima per l'occasione, erano solo le ore 21 ma dopo pochi minuti sarebbe mancata la corrente e la connessione Skype perciò aspettare mezzanotte al buio da soli non sarebbe stato così eccezionale! Ecco un video per capire la diversità delle festività a Goma     
E questo è tutto! E’ la nostra vita qui, si va avanti, la storia si ripete tra lavoro ed imprevisti a volte banali a volte molto più seri ma si cerca di tirare avanti cercando di vedere la parte buona delle cose, i bambini che vengono a scuola sorridendo, i ragazzi di strada che hanno una casa su cui contare, gli orfanelli con un piatto di polenta o migliaia di sfollati con un minimo di serenità.
Dobbiamo ricordarci che se non ci fossero missionari ed ONG sempre in prima linea, nella metà del mondo milioni di persone, generalmente donne e bambini , sarebbero abbandonati da tutti, nessuno darebbe loro una mano per sollevarsi dalla miseria , nessuno darebbe loro un minimo di cibo per sopravvivere  o la possibilità di studiare.
Con i video dei link indicati sopra anche noi nel nostro piccolo e senza interessi personali cerchiamo di raccontare cosa succede in questa parte del mondo, credo che sarebbe molto più importante che tutti insieme ci dessimo da fare per far emergere le grandi verità e cioè quegli affaristi senza scrupoli seduti su comode poltrone ed  i signori  della guerra che finanziati dai governi dei nostri paesi ricchi manipolano e controllano in molte parti del mondo i gruppi armati senza preoccuparsi della violenza e dei milioni di morti che causano; dobbiamo informare i giovani su quello che succede realmente nel mondo in quanto saranno loro che dovranno risolvere i disastri che stiamo facendo noi
Considero sicuramente positivo l'interesse che l'opinione pubblica sta dimostrando per il tema della cooperazione e delle ONG e ritengo che il compito dell'informazione sia quello di raccontare nel modo più corretto possibile questa realtà.
 
Albino Pellegrino- Volontario VIS