Mortalità neonatale per uno su venti, al via un progetto per proteggere mamma e bimbo in Burundi

5 marzo 2020 - È partito a febbraio il nuovo progetto sanitario realizzato Fondazione Museke con il supporto del VIS dal titolo “Intervento di formazione per il miglioramento qualitativo dei servizi sanitari nel settore della salute materno infantile in Burundi”.

 

Con un tasso di mortalità infantile di 81,7 ogni 1000 nati e una speranza di vita di 57 anni, il Burundi si colloca tra i Paesi della fascia sub-sahariana più lontani dal raggiungimento degli obiettivi del millennio in campo sanitario. L’accesso ai medicinali e alle strutture sanitarie rappresenta un ostacolo soprattutto per le fasce più povere della società e il rapporto medici/10.000 abitanti è di 0,3. Un dato molto inferiore a Stati vicini quali la Repubblica Democratica del Congo (1,1) o l’Uganda (1,2).

Le patologie legate alla gravidanza e al parto si classificano al terzo posto tra le cause di morte registrate negli ospedali da oltre 15 anni. In termini di mortalità, donne e bambini sotto i cinque anni sono le fasce della popolazione che più sono vittime di morte precoce. Circa 1 bambino su 20 muore prima di raggiungere il primo compleanno e più di un bambino su tredici nato vivo muore prima dei 15 anni.

Oltre alla scarsa qualità dei servizi relativi alla salute materno infantile e alla ginecologia, questo dato è dovuto alla presenza diffusa di malattie croniche come AIDS, tubercolosi, diabete, ipertensione, asma, malattie cardiache, che peggiorano ulteriormente le statistiche di morte al parto e morte del bambino. Inoltre, il Burundi presenta un alto tasso di persone e minori con disabilità, in gran parte dovuta alla guerra e ai frequenti incidenti stradali, a seguito dei quali la vittima, che spesso non riceve le cure necessarie, diventa disabile.

 

Il progetto che Fondazione Museke con il supporto del VIS realizzerà nei prossimi due anni a Ntahangwa, nel Distretto Sanitario Nord del Comune di Bujumbura, coinvolgerà l'ospedale e i 17 centri sanitari della zona con la riabilitazione delle strutture per renderle più efficienti e funzionali e garantire standard minimi di efficienza, oltre alla formazione di 32 operatori sanitari (2 per ogni centro di salute) e 5 supervisori del distretto. La formazione verterà sulle cure neonatali e della presa in carico integrata delle principali complicazioni neonatali; inoltre, il Distretto Sanitario sarà dotato di strumenti utili nel settore ostetrico ginecologico, la stampa e la distribuzione di 12.000 carnet Madre-bambino, utili per il monitoraggio della gravidanza.