Motivare i giovani albanesi al volontariato, il racconto di Laura

2 ottobre 2019 - Laura Faranda è una volontaria dell'Università Cattolica di Milano, partita per l'Albania in estate con il programma Charity della sua università. Durante la sua permanenza nel Paese con i nostri espatriati ha avuto modo di partecipare attivamente alla settimana del volontariato, un'iniziativa che si è svolta a Malesi e Madhe, dal 19 al 23 agosto, e  finanziata dall’Unione Europea nel quadro del progetto “FoRuM”, che ha come obiettivo, tra gli altri, quello di rafforzare il ruolo della società civile albanese e supportarne la partecipazione alla vita politica e sociale del Paese. Qui di seguito il racconto di Laura:

 

"Mi presento: sono Laura, ho 24 anni e sto svolgendo un periodo di volontariato con il VIS nel Nord dell’Albania tramite il Charity Program dell’Università Cattolica di Milano.

Arrivata in Albania mi è stato spiegato che la cultura del volontariato non è ancora ben radicata e che, addirittura, a volte alcune azioni spontanee al servizio della la comunità vengono viste con diffidenza. Per me è invece sempre stato normale svolgere del volontariato: tutta la mia famiglia ha sempre collaborato con diverse associazioni e a me è sempre sembrato naturale seguire le loro orme negli gli ambiti che più mi interessavano.

Quindi, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani albanesi al volontariato e alla cura dell’ambiente, lo staff del VIS di Koplik ha organizzato la “Settimana del Volontariato” dal 19 al 23 agosto. Le attività sono state proposte sia dai responsabili che dai ragazzi dello staff locale e sono state suddivise tra servizi per il territorio e servizi sociali, cosicché i volontari potessero seguire al meglio le proprie inclinazioni.

 

Grazie al passaparola e alla promozione dell’evento sui social media e volantinaggi, siamo riusciti a coinvolgere 20-25 giovani, un numero che per il Nord dell’Albania si può considerare molto soddisfacente, essendo anche il primo evento di questo tipo organizzato dal VIS.

La settimana è iniziata con l’attività personalmente più impegnativa ma soddisfacente: la pulizia del territorio di Lepushe, un piccolo villaggio tra le montagne del Nord dell’Albania, dove il giorno prima si era tenuta un’affollata festa tradizionale. I partecipanti, sia a causa di una carenza di bidoni per l’immondizia sia per uno scarsa sensibilità ambientale, avevano lasciato dietro di sè una considerevole quantità di rifiuti, sparsi per l’affascinante località montana. I ragazzi volontari, di età compresa tra i 16 e 33 anni, hanno ripulito l’intera area suddividendo i rifiuti per tipologia, in modo da sensibilizzare alla raccolta differenziata, pratica non ancora introdotta in Albania. Ricevere incoraggiamenti e complimenti da parte di turisti e persone del posto e vedere, a fine giornata, il villaggio finalmente pulito ci ha ripagato di tutti gli sforzi e reso orgogliosi di noi stessi.

 

Il martedì e il giovedì, invece, ci siamo recati  al centro diurno per ragazzi disabili a Scutari, che, insieme alle sette case famiglia, prende il nome di  “Progetto Speranza”. Insieme ai 60 ospiti del centro,  abbiamo passato due mattinate molto piacevoli tra disegni, balli e giochi.  Anche per quei volontari che per la prima volta passavano del tempo insieme a delle persone disabili, è stato facile superare gli iniziali timori e affezionarsi fin da subito a questi ragazzi, che non conoscono timidezza e fanno sempre il primo passo per superare le barriere e far sentire tutti a proprio agio.

Il mercoledì mattina, nel centro giovanile che il VIS ha da poco aperto a Koplik con la collaborazione di altri partners, abbiamo potuto ascoltare le testimonianze di tre associazioni della società civile presenti sul territorio, che si occupano rispettivamente di fornire supporto alle vittime di vendetta di sangue (purtroppo ancora presente in Albania attraverso il Kanun, un codice di diritto albanese che regola vendette e torti tra clan), alle persone affette da difficoltà motorie e ai non vedenti. In seguito, ricaricati da un fumante byrek (una torta salata farcita), abbiamo sfidato il caldo per ripulire la riva del lago di Scutari, il lago più esteso di tutti i Balcani.

L’ultimo giorno ci siamo recati a Gruemire, dove abbiamo ripulito la cittadina e tinteggiato i campi sportivi della scuola, subito inaugurati da una partita di pallavolo.

 

Ora che questa intensa settimana è terminata, mi fermo a riflettere e capisco di aver imparato molte cose. Per esempio che non è scontato donare del proprio tempo gratuitamente per la comunità, che non bisogna mai rinunciare a fare ciò che si ritiene giusto solo perchè si trovano degli ostacoli lungo la strada, che anche il torrido caldo estivo non ostacola dei ragazzi volenterosi, che l’entusiasmo è contagioso, che, se dai il buon esempio, qualcuno lo seguirà, che ogni impegno, per quanto piccolo possa essere,  è utile per creare aggregazione ed educare alla cittadinanza attiva, che ci sono poche persone ma splendide che dedicano la propria vita ad aiutare gli altri e che la protezione dell’ambiente non è ancora purtroppo una priorità universale.

L’aspetto che dà speranza per il futuro è quanto rapidamente le perplessità e le barriere mentali che in Albania sono ancora presenti nei confronti del volontariato, crollino quando si ha la possibilità di provare un’esperienza del genere in prima persona. Testimonianza di ciò è il fatto che il numero di volontari è andato sempre in crescendo, raggiugendo il numero massimo proprio l’ultimo giorno.

Spero che questa settimana, per quanto non sufficiente, possa motivare altri giovani e meno giovani albanesi a donare il proprio tempo al servizio della comunità. Sicuramente con il mio contributo non ho salvato il mondo ma credo di aver dato una buona dimostrazione dello spirito del VIS: insieme per un mondo possibile!"