Perché è un errore fare partire il Giro d’Italia da Gerusalemme: il punto di vista di Organizzazioni della Società Civile (OSC) italiana impegnate per la pace e lo sviluppo in Medio Oriente

2 maggio 2018 - La scelta di far partire il Giro d’Italia da Gerusalemme, avendo rimosso peraltro l’originaria dicitura “Gerusalemme Ovest”, il prossimo 4 Maggio, è inopportuna perché sembra voler avallare la pretesa israeliana che la città sia la capitale “unica e indivisibile” dello Stato di Israele e, di conseguenza, l’illegale annessione di Gerusalemme Est allo Stato di Israele, in violazione del diritto internazionale e di molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite.

 

Tale scelta rischia di alimentare tensioni, piuttosto che contribuire al rasserenamento, anche perché il Giro d’Italia inizia in un momento assai difficile della storia palestinese, quando, dal 30 marzo ad oggi, l’uso sproporzionato della forza da parte dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza ha causato l’uccisione di almeno 44 civili palestinesi, inclusi tre bambini e un giornalista, mentre il governo israeliano si rifiuta di condurre una indagine imparziale e trasparente sull’accaduto.

 

Le Nazioni Unite hanno condannato ripetutamente l’annessione di Gerusalemme Est allo stato di Israele e la unilaterale dichiarazione della città come sua “capitale unica e indivisibile”. In particolare, la risoluzione 181 (1947) dell'Assemblea Generale dell'ONU ha indicato Gerusalemme corpus separatum sotto un regime internazionale speciale e ha ripetutamente affermato che "tutte le azioni intraprese da Israele, la potenza occupante, di imporre le sue leggi, giurisdizione e amministrazione sulla Città Santa di Gerusalemme sono illegali." Nel 1967, Israele ha occupato – insieme alla Cisgiordania e alla Striscia di Gaza - Gerusalemme Est, annettendola unilateralmente come parte della sua “capitale unita." Nel 1980 la risoluzione 476 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite condanna l’occupazione dei territori palestinesi e di Gerusalemme Est e nega qualsiasi validità giuridica alle decisioni di Israele di trasformarla nella sua capitale.

 

Un evento sportivo che dovrebbe ispirarsi ai valori della solidarietà, lealtà e fratellanza tra i popoli rischia dunque di essere strumentalizzato e svuotato del proprio significato e si trasforma in un atto di sostegno alla imposizione della legge del più forte. La scelta di fare partire il Giro da Gerusalemme contraddice l’impegno pluridecennale della società civile e delle istituzioni italiane per favorire il dialogo e la costruzione della pace tra Palestinesi e Israeliani, per sostenere la prospettiva di due Stati, con Gerusalemme capitale sia dello Stato di Israele sia dello Stato di Palestina, nel rispetto dei diritti di entrambi i popoli, dei diritti umani e del diritto internazionale.

 

La posizione italiana su Gerusalemme - come ricordato anche dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Angelino Alfano nel dicembre 2017 – “... è e rimane ancorata a quella europea e al consenso internazionale maturato in ambito ONU. Una soluzione per Gerusalemme quale futura capitale di due Stati va ricercata tra israeliani e palestinesi attraverso i negoziati, nell’ambito del processo di pace basato sui due Stati, tenendo conto delle legittime aspettative di entrambi”.

 

Ribadiamo la nostra contrarietà alla scelta degli organizzatori del Giro d’Italia e chiediamo un rinnovato impegno del Parlamento e del Governo italiani a porre al centro dell’agenda politica internazionale il rilancio dei colloqui di pace, per il perseguimento dell’obiettivo dei due popoli e due stati.

 

La Piattaforma delle ONG Italiane in Mediterraneo e Medio Oriente

La Piattaforma delle ONG Italiane in Mediterraneo e Medio Oriente riunisce più di 40 Organizzazioni Non Governative italiane operanti nei paesi del Mediterraneo e Medio Oriente