RDCongo: il Presidente della Croce Rossa Internazionale al Centro Ngangi e i bambini di Goma gli fanno una importante domanda

14 maggio 2013 - Il Centro Don Bosco Ngangi di Goma ha una lunga tradizione di partenariato con il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), soprattutto nell’ambito dell’accoglienza dei bambini vittimi di violenza e dei bambini non accompagnati ed in attesa del reinserimento familiare.

E’ per questa ragione che, il 24 aprile scorso, in occasione di una visita di quattro giorni in Repubblica Democratica del Congo, Peter Maurer, Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), ha voluto visitare il Centro Don Bosco Ngangi di Goma. E’ stato accolto dall’impressionante numero di più di 3.000 bambini della scuola primaria e materna del Centro. A nome dei suoi compagni Bienvenu, un alunno della sesta elementare ha dato il benvenuto a Maurer. Ha detto, nel corso del suo discorso:

A scuola abbiamo imparato che la Croce Rossa è stata fondata per soccorrere i feriti di guerra.

Il Centro Don Bosco accoglie oggi i bambini feriti dalla vita: quelli e quelle che hanno perso i genitori, che hanno dovuto lasciare i propri villaggi a causa della guerra, che non hanno avuto la fortuna di andare a scuola o ricevere le cure necessarie per le proprie malattie.

Il Centro Don Bosco ci ha accolti, e la Croce Rossa – che ha accompagnato qui molti di noi – continua ad aiutarci: prende in carico i nostri bisogni, ci procura delle medicine, fa le ricerche familiari, per coloro che hanno perso ogni contatto con la propria famiglia, in modo che la possano riabbracciare.

Approfittiamo della vostra visite per presentarvi una domanda che possiate trasmettere anche a tutti i capi di tutti paesi del mondo in cui la Croce Rossa lavora. Potete domandare a loro, in nome dei bambini di Goma, che intervengano presso l’ONU per mettere fine alla guerra e all’insicurezza nella nostra regione? Noi vogliamo che tutti i bambini possano andare a scuola senza essere integrati nelle forze armate, che le nostre madri e sorelle possano andare a coltivare i campi senza essere violentate, che tutti gli sfollati a causa della guerra possano ritornare nei loro villaggi, che tutti possano trovare lavoro. Ci sono un sacco di cose da fare qui: avete visto le nostre strade e le nostre case. Se non c’è più la guerra, i soldi che si spendono per le armi potranno servire a rendere la nostra città più bella, ad avere delle case con l’acqua e l’elettricità, delle strade asfaltate, delle scuole meno care per tutti i bambini e le bambine…vi stiamo chiedendo troppo? Siamo sicuri che capisca bene quello che vogliamo dire: voi ci aiutate a curare le nostre ferite, aiutateci anche a far sì che si smetta di ferirci.

Peter Maurer è stato molto toccato da questo appello ed ha promesso di amplificarlo in tutte le istanze internazionali. Ha spronato i bambini a preparare bene il proprio futuro per diventare dei costruttori di pace nei loro paesi. Ha ringraziato vivamente la comunità Salesiana, i volontari del VIS e tutto il personale del Centro ed ha rassicurato che il partenariato CICR/Don Bosco sarà mantenuto e rafforzato. In seguito si è dedicato a visitare il Centro ed ha voluto parlare con quattro bambini, due bambini e due bambine, vittime della guerra per avere una testimonianza diretta delle sofferenze cui sono esposti i più piccoli.

In una dichiarazione rilasciata alla fine della sua visita in RDC. Maurer ha detto: “La violenza e le sofferenze inflitte alle popolazioni nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) hanno raggiunto dei livelli raramente visti da ormai due decenni. [...] Oggi, la recrudescenza delle tensioni intercomunitarie e la frammentazione dei gruppi armati fanno affondare ogni giorno di più la regione nel caos e nella violenza.  […] Nell’oblio quasi totale le popolazioni sono vittime di abusi quotidiani. I civili sono oggetto di attacchi diretti che non risparmiano né i bambini né gli anziani, e numerose persone subiscono atti di violenza sessuale. […] Le violazioni gravi del diritto internazionale umanitario verso le popolazioni deve cessare. E’ responsabilità di tutti gli attori influenti di operare al più presto per un maggiore rispetto del diritto intrnazionale umanitario”.

Come ha potuto leggere sulle magliette dei bambini del Centro, siamo con lui, perché “Alla scuola di Don Bosco, imparo a costruire i diritti umani”!!!