AGIRE - HAITI non trova pace. L’epidemia di colera continua la sua corsa

Altre 140 persone sono decedute negli ultimi giorni nella zona sud occidentale del paese, quella fino ad oggi non raggiunta dall’epidemia di colera che sta stravolgendo una popolazione già stremata da un anno di vita al limite della sopravvivenza, tra tende, macerie e detriti.
Si avvicina così a 2000 il numero dei morti (1880 secondo l’ultimo bollettino diffuso venerdì dalle Nazioni Unite), mentre sarebbero oltre 84.000 le persone affette dal virus ricoverate nei CTC (centri per il trattamento del colera) e nelle strutture sanitarie del paese, molte delle quali in ospedali da campo, tende e tensostrutture.  Permane una sostanziale carenza di fondi e personale per rispondere ad un’emergenza di così vasta scala in un territorio così compromesso.
Oltre al problema prettamente sanitario ci troviamo di fronte anche ad un problema culturale: nelle zone rurali vi è la credenza che il colera sia una malattia di origine soprannaturale. Per questo negli ultimi tre giorni  14 persone sono state linciate dalla folla, accusate di stregoneria e di essere untori del virus. La corretta informazione, le attività di prevenzione e sensibilizzazione sono pertanto fondamentali – soprattutto nelle zone rurali - per arrestare l’avanzata di questo flagello.
Le nove organizzazioni non governative di AGIRE si muovono proprio in questa direzione, operando in diverse aree e distretti del paese sin dalla metà del mese di ottobre, quando sono stati registrati i primi casi della malattia.
Ad oggi le organizzazioni di AGIRE che si sono attivate per rispondere all’emergenza colera hanno raggiunto con i loro interventi oltre mezzo milione di persone, concentrando le attività soprattutto nell’ambito della prevenzione e della sensibilizzazionedice Stefano Ellero, coordinatore di AGIRE ad Haiti. “La scelta strategica di non utilizzare tutti i fondi raccolti dai privati cittadini italiani per la primissima emergenza ma di dare alle organizzazioni di AGIRE  la possibilità di spenderli in 18 mesi o addirittura in due anni – continua Ellero – si rivela oggi quanto mai azzeccata. Ha infatti permesso alle organizzazioni di AGIRE di essere ancora attive nel paese in un momento particolarmente drammatico come questo e di rispondere agli enormi bisogni della popolazione locale per far fronte a questa nuova emergenza nell’emergenza.”
Intanto gli Haitiani continuano a manifestare. Domenica circa duemila persone hanno sfilato per le strade di Port au Prince per chiedere l’annullamento delle elezioni legislative e presidenziali del 28 novembre a causa di sospette frodi a favore del candidato Jude Célestin, espressione del partito al potere.  Entro martedì i risultati ufficiali dello scrutinio dovrebbero essere resi pubblici e si prevede – purtroppo – un inasprimento degli scontri.

AGIRE onlus è il coordinamento di alcune tra le più autorevoli e accreditate organizzazioni non governative italiane che hanno scelto di unire le proprie forze per intervenire in modo tempestivo sulle grandi emergenze umanitarie.
 
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