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Ghana: il black soap come simbolo di tradizione ed emancipazione

Prodotto interamente a mano con ingredienti locali e secondo ricette e metodi tradizionali tramandati di generazione in generazione, il sapone nero è usato in Ghana da secoli.

Chiamato anche Ose Dudu, Alata Samina o ncha nkota, a seconda delle aree in cui viene preparato, il sapone nero nasce dal popolo nigeriano Yoruba che lo ha poi introdotto in Ghana, paese con il quale intratteneva rapporti di scambio. I Yoruba erano soprattutto donne che commerciavano spezie, pomodori e peperoni, chiamate anche Alatas, “venditrici di pepe”: Alata Samina significa, appunto, “sapone dei commercianti di pepe” (Samina indica il sapone).

Originario della Nigeria, diffusosi in Ghana e nel resto del West Africa, oggi il sapone nero è popolare in tutto il mondo, conosciuto e ammirato per le sue speciali proprietà cosmetiche.

Ma, oltre alla sua storia secolare e ai benefici che apporta alla pelle, ciò che rende unico e straordinario il black soap del West Africa sono le persone e le storie che stanno dietro a questo prodotto: una di queste storie si sta scrivendo a Dormaa Central.

Qualche giorno fa, infatti, si è svolto il focus group condotto dal VIS in Ghana con le donne che hanno partecipato al training per la produzione di sapone nero e che ora lavorano fianco a fianco in gruppi informali comunitari. È stato un incontro importante per continuare il percorso che porterà alla creazione di una cooperativa regionale con il compito di assicurare la produzione e la vendita del black soap anche sul mercato nazionale, in maniera comunitaria e sostenibile.

Durante il focus group, quasi ogni donna ha preso parola e ha partecipato attivamente alla discussione e tutte le partecipanti hanno espresso la volontà di riunirsi in associazioni provinciali che, insieme, costituiranno la cooperativa regionale: ultimo step del percorso di promozione dell’associazionismo tra le donne lavoratrici nelle aree più vulnerabili del Ghana.