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Senegal al bivio: Covid-19 o fame?

La nostra capo progetto a Tambacounda, Tiziana Meretto, ha scritto questa testimonianza su alcune iniziative di supporto a giovani le cui attività sono state colpite dai blocchi previsti dal lockdown.

Dare priorità al contenimento della pandemia o evitare che la popolazione muoia di fame ? Penso che sia questa la domanda che gira nella testa dei leader africani in questo periodo. Mi riferisco a Paesi come il Senegal, la Costa d’Avorio o anche i quelli dell’Africa dell’Est, come l’Etiopia. Altrimenti come spiegare il fatto che nel momento in cui la pandemia sta prendendo piede e i casi comunitari aumentano, i leader aprono frontiere e attività, scuole e commerci?

“La malattia esiste e dobbiamo imparare a conviverci” é la giustificazione data dal Presidente della Repubblica del Senegal durante il comunicato alla nazione del 2 giugno, abolendo lo Stato d’urgenza, il coprifuoco e le limitazioni di movimento tra regioni.

Tre mesi di coprifuoco e limitazione di movimento, infatti, hanno messo in ginocchio una già precaria economia locale, soprattutto in zone remote come Tambacounda, regione di confine che vive soprattutto di agricoltura, di allevamento e di scambi con i Paesi vicini (Mali, Gambia e Guinea Bissau). Ma soprattutto che dipende da Dakar per tutto quello che riguarda le materie prime, derrate alimentari e prodotti commerciali.

Tre mesi di rallentamento e ristagno hanno provocato perdite consistenti soprattutto alle micro e piccole imprese di giovani e donne delle Regioni di Tambacounda e Kaolack, portando molto spesso alla sospensione o chiusura definitiva delle attività.

Per poter migliorare la situazione di queste micro e piccole imprese abbiamo aperto nel mese di aprile due bandi in queste due regioni con l'obbiettivo di sostenere le attività generatrici di reddito attraverso sovvenzioni e le comunità attraverso progetto comunitari.

Dopo un’attenta analisi dei progetti ricevuti per la Regione di Tambacounda, il 30 giugno si é tenuto il primo incontro del comitato di selezione dei progetti, composto da vari rappresentanti delle autorità locali e dei servizi ministeriali decentralizzati (Educazione, Gioventù), l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni OIM, e altri progetti presenti nella Regione. Il comitato ha validato la selezione di 34 sovvenzioni e un progetto comunitario per un montante globale di 37.000 euro sui 100.000 euro a disposizione per la Regione di Tambacounda nell’ambito del progetto del VIS “Vivrere e farcela a casa mia” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.