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Don Mykhaylo

Il VIS insieme ad altri enti salesiani sostiene le comunità dei confratelli in Ucraina attivando una grande catena di solidarietà per sostenere il loro piano di emergenza e anche le comunità dei Paesi limitrofi che stanno accogliendo profughi come la Slovacchia e la Polonia.

Mustafa e Ahmad

“Siamo Mustafa e Ahmad, abbiamo 22 anni, viviamo a Betlemme e abbiamo una passione in comune: l’energia e tutte le sue possibili applicazioni! Siamo amici, ma la nostra è una storia d’amicizia particolare; ci siamo conosciuti grazie al progetto NUR – New Urban Resources durante i corsi intensivi di efficientamento energetico ed energia rinnovabile al Centro di Formazione Professionale Salesiano e, poi, abbiamo frequentato quelli di scrittura di Business plan all’Università di Betlemme.

CECÍLIA

Cecília e Jairo sono due fratelli di rispettivamente 21 e 24 anni che vivono a Luanda, nel quartiere di Sambizanga, detto anche "Lixeira" per la quantità di spazzatura presente per strada.

Poiché i genitori non possono permettersi di sostenere i costi universitari per entrambi i figli, solo Jairo frequenta l'università. Il papà è un tassista locale, la mamma vende i suoi dolci sulla porta di casa e nei mercati. Cecília, per ora, avendo molto tempo libero, si occupa della casa, aiutando la mamma a cucinare e accudendo i quattro cuginetti che vivono con due zie e la nonna materna.

LEA

Lea è arrivata al Centro Don Bosco di Goma con le sue tre sorelle quando aveva solo due anni. Il padre, dopo essersi separato dalla madre, si è risposato e si è disinteressato a lei e alle altre figlie; la madre era malata di HIV ed è venuta a mancare.

Lidia

Mi chiamo Lidia, ho compiuto quarant’anni e ho tre bimbi di 10, 4 e 2 anni. Mio marito è non vedente e non può svolgere alcun mestiere. Quando ho saputo della possibilità di frequentare il training per la produzione di sapone nero ho deciso subito di partecipare, non solo perché avevo bisogno di lavorare ma anche perché sentivo il bisogno di sentirmi utile, non riuscivo a rimanere a casa.

Yéro Diallo

Mi chiamo Yéro Diallo, sono uno studente di 14 anni del primo anno del liceo Makacolibantang, nel dipartimento di Tambacounda, in Senegal. Vengo dal villaggio di Saré Boye, mia madre è morta e mio padre è un anziano contadino che non può più lavorare i campi, per cui spesso lo aiuto.

Osvaldo

Mi sento reinserito nella società grazie alle azioni che i Salesiani di Don Bosco Angola e il VIS sviluppano a favore dei bambini, delle bambine e dei giovani che vivono in situazione di strada, come facevo anche io. Ora come attivista comunitario aiuto le persone a comprendere il valore della prevenzione. Voglio condividere la mia storia di riscatto con i bambini e i giovani che ancora vivono per strada, perché decidano consapevolmente di abbandonarla.

Patrick

Patrick ha 12 anni e da quando sua madre è morta a causa della malaria, quattro anni fa, è stato accolto nel Centro Don Bosco Ngangi a Goma, in Repubblica Democratica del Congo, che ospita bambine, bambini e giovani che lì trovano protezione e la possibilità di costruire il proprio futuro.

22 maggio 2021: il vulcano Nyiragongo, uno dei più pericolosi al mondo, erutta con violenza provocando forti scosse di terremoto e la lava incandescente avanza verso la città.

Sifa

Sono Sifa, ho sedici anni e vivo a “Maison Ushindi” presso il Centro Don Bosco Ngangi a Goma, una casa di accoglienza per bambine e bambini piccoli. Il centro ospita anche 6 ragazze fino ai diciassette anni e io sono una di loro. La nostra casa è grande, è divisa per dormitori a seconda dell’età che si affacciano sull'area giochi comune e sulla zona lavanderia.

Faida

“Mi piace guardare mio figlio, mi piace stringerlo forte, tenerlo stretto a me: lui è la mia vita”. (Mamma Faida)

Mi chiamo Faida e sono una bambina e una madre allo stesso tempo. Ho 14 anni e provengo da Mugunga, uno dei quartieri più poveri della città di Goma, roccaforte di gruppi armati che seminano il terrore nella regione da più di vent’anni.

Elhadi Ndiaye

Il mio nome è Elhadi Ndiaye e sono padre di sei figli. Ho un’esperienza migratoria di 19 anni in Italia, dove ho lavorato come operaio in una fabbrica di trasformazione di cuoio e pellame e successivamente come venditore di bigiotteria e calzature.

Negli anni il mio permesso di soggiorno è scaduto e il mio lavoro in proprio non poteva garantirne il rinnovo. Ero diventato un migrante irregolare e non ero più in grado di soddisfare i bisogni miei e della mia famiglia in Senegal.

Munir Quassis

Il mio nome è Munir Quassis e sono padre di 3 bambini. George, uno dei mie figli, è affetto da una disabilità fisica e mentale, viviamo tutti in una piccola casa al secondo piano, che rende i movimenti ancora più difficili per lui.

Ero un operaio dei giardini pubblici di Betlemme, ma purtroppo il lavoro è stato interrotto, così ho lavorato come operaio in una ditta di costruzioni in Israele.