Siamo nell'Est della Repubblica Democratica del Congo, dove più di 30.000 persone fuggite a causa della ripresa degli attacchi armati del gruppo ribelle M23 sono ora rifugiate nel campo sfollati, accanto al Centro Don Bosco Ngangi. Una crisi umanitaria dimenticata, di cui nessuno parla e che ucciderà, senza pietà, migliaia di bambini e bambine innocenti che non hanno nemmeno acqua e cibo.
Ecco le parole di Clem Cleopatre, operatrice del VIS in RD Congo:
"Il campo si estende a perdita d'occhio. Il colera e la fame sono il nostro nemico principale. Quasi il 90% dei bambini piccoli soffre di malnutrizione. Noi cerchiamo di fare l’impossibile, dal supporto medico alla distribuzione di cibo, ma il numero di persone da aiutare è enorme, oltre 30 mila. Ho visto bambini e bambine in situazioni critiche riprendersi in modo spettacolare grazie agli sforzi incessanti della nostra équipe. Anche i bambini più apatici, spenti e senza voglia di vivere dopo pochi giorni di pappa energetica riniziavano a giocare. Le nostre giornate sono frenetiche. Ogni mattina, nella grande sala Amani, che in swahili significa pace, del Don Bosco Ngangi, code di bambini con tazze alla mano, accompagnati da mamme, sorelle e nonne, vengono a ritirare la loro colazione, unico pasto della giornata, fatta con farina di mais, frumento, soia e zucchero. E quando è ora di andare via, si sentono le loro voci gridare mescolandosi in un coro vibrante: "Grazie! Grazie, grazie!". Sono così felici di esprimere la loro gratitudine!
Le persone però sono tante e noi dobbiamo selezionare le famiglie, perché gli aiuti non bastano. I nostri cuori si stringono ad ogni decisione, per favore aiutateci.”
Abbiamo raccolto alcune immagini che raccontano la situazione nel campo sfollati di Goma