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RD Congo, il VIS continua la sua attività di supporto alle donne nella regione del Nord Kivu

Il VIS continua la sua attività di supporto alla donne congolesi nell’ambito del progetto “ Garantire pari opportunità sociali e formative ai giovani e alle donne della città di Goma per contribuire a costruire una società più equa e responsabile nella regione del Nord Kivu in RDC” finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

In molte regioni del Paese, la popolazione femminile è vittima di una discriminazione sistemica che affonda le sue radici in modelli culturali tradizionali ormai consolidati. Spesso considerate inferiori, le donne vengono private dell’istruzione, dei diritti fondamentali e delle opportunità economiche. Questo ciclo di disuguaglianza, alimentato da scarse opportunità ed educazione insufficiente, si riproduce di generazione in generazione, portando molte donne a perpetuare, inconsciamente, le stesse discriminazioni sulle loro figlie, limitando così le prospettive delle nuove generazioni.

L’impatto è devastante. Innumerevoli ragazze sono costrette ad abbandonare i propri sogni per mancanza di sostegno. Quelle che riescono a proseguire gli studi devono affrontare stereotipi in una società in cui la voce pubblica rimane in gran parte maschile.

Per rispondere a questa situazione, nell’ambito della sua iniziativa, il VIS organizza regolarmente sessioni di scambio tra donne per sensibilizzare sui loro diritti e sul ruolo fondamentale che svolgono nella costruzione di una società più giusta ed equilibrata. Questi incontri creano spazi di dialogo, ascolto e solidarietà. Le partecipanti sono incoraggiate a prendere parte a corsi di formazione professionale per rafforzare la loro indipendenza economica, oltre che a corsi di alfabetizzazione per accedere alle informazioni e ampliare i propri orizzonti.

“Non sapevo di avere dei diritti. Oggi so che posso parlare, difendermi e aiutare le mie figlie a sognare più in grande. Non dobbiamo chiedere il permesso per esistere” ha raccontato Zaina, partecipante a un laboratorio di sensibilizzazione.

Il cammino è tutt’altro che concluso. Il lavoro da fare è immenso, perché molte donne hanno perso fiducia in se stesse. Eppure, attraverso ogni scambio, ogni sorriso ritrovato e ogni sguardo pieno di speranza, rinasce la convinzione che il cambiamento sia possibile.