Emergenza Burundi, il VIS in soccorso delle popolazioni sfollate dalla Repubblica Democratica del Congo
Lo scorso 10 dicembre in Repubblica Democratica del Congo il gruppo antigovernativo M23 ha occupato la città di Uvira, la seconda città più grande del Sud Kivu. Questa ulteriore azione segue quella già avvenuta a gennaio scorso nella città di Goma, quando le milizie ribelli hanno invaso la città prendendone possesso e acutizzando la crisi umanitaria già in corso.
Secondo le Nazioni Unite, soltanto nei dieci giorni successivi all’occupazione di Uvira, oltre 200.000 persone sono state sfollate e circa 65.000 sono dovute fuggire dalla Rd Congo verso il vicino Burundi ma questi numeri stanno aumentando rapidamente.
Per questioni di sicurezza, in seguito all’occupazione di Uvira il governo del Burundi ha chiuso la frontiera con la RD Congo impedendo ai congolesi sfollati di rientrare nel proprio Paese e orientando il flusso di persone principalmente verso due campi profughi: Gatumba (nei presi di Bujumbura) e Buganda (a Nord Ovest del Paese a circa 20 chilometri da Bujumbura). Anche i rifugiati che erano stati accolti da famiglie ospitanti o che avevano affittato case sono stati invitati dal governo burundese a raggiungere i campi di transito di Gatumba e Buganda per motivi di sicurezza.
Al 21 dicembre i due campi hanno registrato circa 94.808 presenze e questi numeri aumentano ogni giorno. La maggior parte di questi rifugiati sono donne e bambini che vivono in condizioni di estrema precarietà e sono completamente indigenti: mancano cibo, tende, acqua potabile e servizi sanitari di base. Questa situazione, aggravata dal contesto di promiscuità, sovraffollamento e insufficienza delle infrastrutture, espone le popolazioni rifugiate a gravi rischi sanitari, con seri timori legati alla comparsa e alla diffusione di malattie contagiose. Vi è un terzo campo a Rumonge, città portuale sul Lago Tanganica, a 80 chilometri a sud di Bujumbura, il cui punto d’ingresso per i rifugiati è esclusivamente dal lago e dove la situazione è altrettanto catastrofica e le persone dormono sulla spiaggia o nello stadio della piccola cittadina.
I funzionari del Governo burundese, dopo spiegato che i rifugiati congolesi vivono in condizioni catastrofiche in Burundi, hanno fatto appello alle organizzazioni umanitarie per aiutare il Paese a far fronte a questa nuova emergenza.
Il VIS è presente in Burundi al fianco della Congregazione Salesiana dal 2004 e si sta attivando per intervenire con distribuzioni alle persone più bisognose come bambine, bambini, persone anziane e con disabilità, di kit alimentari e di kit igienici di prima necessità all’interno dei campi di Gatumba e Buganda.
