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A Goma il grido dei giovani arriva attraverso l'arte

Grazie al supporto della CEI, 53 giovani studenti di 11 scuole e di 2 oratori di Goma, in Repubblica Democratica del Congo, si sono esibiti sul podio in una performance composta di slam (arte della parola), cori, teatro e danza moderna. Domenica 17 luglio la grande sala dell'hotel Cap-Kivu a Goma ha ospitato per la prima volta lo spettacolo "Arte per la Resilienza".

I giovani studenti sono stati scelti tra i 500 partecipati alle sessioni di formazione durante il precedente anno scolastico e si sono incontrati nei tre giorni precedenti allo spettacolo per provare a unire le loro capacità in un clima di fratellanza, con il supporto dei loro insegnanti, e per prepararsi al meglio. I ragazzi e le ragazze hanno raccontato, attraverso l'arte e il talento, la loro storia di vita quotidiana, di amicizia, di lotta contro i tabù, di violenza, tribalismo, discriminazione e paura delle future eruzioni vulcaniche, portando la loro testimonianza di resilienza quotidiana.

Lo spettacolo teatrale, inoltre, ha denunciato l’abuso di potere delle persone che usano la loro posizione per manipolare o sfruttare gli altri.

Ecco le parole del testo composto da Gaelle, studentessa dell’Istituto superiore ICL:

"Non Sapevo"

“Non sapevo che la vita ci riservasse così tante sorprese, disgrazie, desideri, felicità, guai. Sapevo che anche l'essere donna sarebbe stato un problema. Al potere del vostro partner che pretende di essere il vostro possessore. Per lui, la sua felicità, è vederti piangere;

Donna uguale sottomissione, non dirò il contrario. E l'uomo è la parola che ci serve per essere chiari. Mi avevi promesso la luna ma ora sei diventato un criminale. Hai promesso di rendermi felice, ma alla fine mi hai reso la tua preda...”

Le parole di Evelyne, dell’Istituto Uzima:

“La mia preghiera”

“Signore ho scritto abbastanza lettere che non raggiungono mai il destinatario. Ho scritto abbastanza petizioni, ma nessuno conferma la ricezione. Ho pianto, gemito, fremiti di dolore. Da quando uccidono la mia gente a Beni.

Quando uccidono, nessuno sfugge ai machete affilati: uomo, donna, i bambini sono sbriciolati. Di conseguenza, la vita perde la sua sacralità. Il valore umano non è più innalzato al vertice della scala.

Abbiamo lanciato degli SOS per venire in soccorso di un Paese morente. Le fatidiche immagini funeste hanno fatto il giro del web ma lo shock non è stato così forte da farci venire a soccorrere.

Le nostre grida di allarme, le nostre grida di pianto non sono potenti? O è l'obiettivo ad essere sordo e muto?

Così come un feto sente gli esseri umani senza vederli né toccarli, così ci sono stati offerti i vantaggi della pace senza poterne godere.

Questo testo non è un lamento. È una preghiera a Dio che quest'anno si possa dire addio alla guerra”

Genitori, compagni di classe, presidi delle scuole e tutti gli amici presenti, più di 300 persone, hanno applaudito con emozione e orgoglio il successo di questa giornata, dimostrando ancora una volta che investire, avere fiducia e credere nei giovani porta a risultati straordinari.