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Chi è accolto può accogliere, grazie al sostegno di USAID

Grazie al sostegno del progetto “Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” finanziato dall’agenzia americana USAID (U.S. Agency for International Development) - e realizzato in 16 Regioni italiane dal VIS con SCS (Salesiani per il Sociale) e CNOS FAP - Colonia DON Bosco, Presidio VIS in Sicilia, ha potuto potenziare l’intervento di accoglienza a favore di giovani stranieri presenti sul territorio.

Si sono infatti potuti ospitare dieci ragazzi, tutti intorno ai vent’anni, provenienti da Gambia, Egitto, Senegal, Niger e Algeria. A prendersi cura di loro sono stati giovani volontari tra cui - tenendo fede al payoff della Colonia “Chi è accolto accoglie!” - Babatunde, beneficiario del progetto SIPROIMI di Aidone (EN). Coerentemente con la mission salesiana, questi ragazzi hanno fin da subito iniziato un percorso di di orientamento alla formazione e al lavoro, grazie al quale due di loro hanno potuto lasciare la struttura dopo aver trovato un’occupazione, altri tre sono stati inseriti nel progetto SIPROIMI per dar seguito al loro desiderio di continuare a studiare, mentre uno di loro è stato segnalato a chi di competenza per i Rimpatri Volontari Assistiti in quanto vorrebbe tornare nel suo Paese d’origine.

La casa-famiglia offre la condivisione dei pasti e orienta gli ospiti nei loro desideri, rispondendo ad un disagio diffuso globalmente per gli effetti del COVID-19: paura, senso di solitudine e di abbandono. La stessa Cinzia Vella, responsabile della Colonia Don Bosco, sottolinea che si tratta di “un progetto coerente con i bisogni del nostro tempo che risponde alla crisi in corso che non è solo quella della emergenza sanitaria, ma riguarda anche ciò che ne consegue: talvolta, la perdita del lavoro e con questa la mancanza di mezzi di sussistenza per le persone più vulnerabili, situazione che potrebbe degenerare fino al coinvolgimento nelle maglie della malavita. Questo progetto di accoglienza temporanea in un luogo sicuro previene anche queste possibili forme di disagio sociale”.