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Che ne dici di andare in Angola?

Pubblichiamo il diario di Daniele, operatore del VIS in Angola:

Olà, tudo bem? 

Questa è stata la frase che ho più utilizzato durante il mio soggiorno a Luanda. L’Africa, ed in particolare l’Angola, ora occupano una parte importante nel mio cuore! Questi tre mesi passati in “terra straniera” rappresentano per me una delle esperienze lavorative e di vita più grandi. Di certo ne conservo un bellissimo ricordo. 

Contro qualsiasi aspettativa, barriere culturali ed il mio portoghese maccheronico, non è stato poi così difficile ambientarmi. Ovvio che i miei genitori, amici e soprattutto la mia ragazza mi sono mancati, ma fortunatamente ho trovato in loco una nuova famiglia che mi ha accolto e non mi ha fatto pesare la distanza da casa. 

La proposta di partire con il VIS per l’Angola è stata improvvisa e inaspettata, non ho avuto nemmeno il tempo di metabolizzare la cosa che l’aereo era già atterrato a Luanda. 

Durante il mio soggiorno mi sono occupato di gestire, in coordinamento con la sede centrale e i miei colleghi locali, l’area amministrativa. È stato molto positivo lavorare in un ambiente così giovane e dinamico.  

Il VIS ed io ci conosciamo ormai da molto tempo. Il nostro rapporto è iniziato con una breve esperienza estiva di animazione missionaria in Etiopia per poi continuare con un tirocinio curricolare e un anno di Servizio Civile Universale nella sede di Roma. 
È stato proprio durante l’ultimo giorno di servizio che, con grande sorpresa, mi è stato chiesto di partire per l’Angola. Dopo un anno e mezzo di ufficio sentivo la necessità di andare sul campo e vedere i progetti con i miei stessi occhi!  

Di sicuro capisco chi è preoccupato e ha dubbi sulla partenza, io sono una persona super ipocondriaca, ma se sono riuscito a sopravvivere io ce la può fare chiunque!  
È stato importante sapere che alle spalle ci fosse sempre qualcuno pronto ad appoggiarmi e ad informarsi su qualsiasi mio passo. Non mi sono mai sentito solo.  

È stata un'esperienza arricchente anche al di fuori dell'ambito lavorativo, grazie a diverse attività che mi hanno permesso di incontrare nuove persone, stabilire una routine e affrontare questa fase al meglio. I fine settimana trascorsi a surfare a Caboledo sono stati indimenticabili, così come le attività svolte insieme all'equipe de rua, che mi hanno dato l'opportunità di entrare in contatto con la realtà dei bambini che vivono per strada. 

Stare lontano da casa mi ha sicuramente cambiato: vivere con dei coinquilini e parlare una lingua differente mi ha fatto crescere e sviluppare uno spirito più avventuriero.  

Se dovessi definire l’esperienza in tre parole direi accoglienza, famiglia e “Mandanì”, il soprannome che mi è stato attribuito e che tuttora mi fa capire quanto lo staff del VIS-Angola sia stato in grado di farmi sentire parte di un gruppo. 

Inizialmente non immaginavo di partire per un altro paese, temevo fosse molto complicato, ma tutto sommato non è stato così. Con un’opportunità del genere ci si mette in gioco e si sfida anche un po’ sé stessi. Adesso sicuramente mi lancerei in altre e nuove avventure. Torno in Italia altamente soddisfatto di questi mesi e convinto di aver vissuto appieno una meravigliosa esperienza.